L'industria italiana sulla sostenibilità è tra le migliori dei Paesi del G20. Le imprese hanno sempre dimostrato visione e voglia di cambiamento, ma devono anche essere sostenute con adeguata copertura finanziaria e riducendo lentezze burocratiche e autorizzative.
Lo ha sottolineato Lara Ponti, Vice Presidente di Confindustria per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG, in un’intervista a ESGnews.
Secondo la Ponti, integrare la sostenibilità nelle attività aziendali significa guardare al futuro in modo sistemico, valutando gli impatti economici, sociali, ambientali e reputazionali, e generando così valore durevole e resiliente.
I benefici concreti per le imprese sono molteplici: maggiore efficienza produttiva e riduzione dei costi, accesso facilitato a finanziamenti e partnership strategiche, aumento della competitività presso consumatori e clienti orientati a prodotti sostenibili, e stimolo all’innovazione con effetti positivi su crescita e occupazione.
Nonostante questi vantaggi, la transizione sostenibile resta una sfida complessa per il tessuto industriale italiano, tra costi elevati, complessità burocratica e carenza di infrastrutture critiche.
Per questo Confindustria si propone come facilitatore del cambiamento, intervenendo su tre fronti principali: semplificazione normativa e autorizzativa, sostegno a ricerca e innovazione, e politiche economiche e fiscali mirate.
L'obiettivo è chiaro: trasformare la sostenibilità in una leva industriale concreta, costruendo un ecosistema imprenditoriale più solido attraverso filiere rafforzate, collaborazioni e una cultura condivisa.