Post di Alessandro Giaume

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Innovation Expert | Lecturer | Book Author | Book Series Director | Mentor

Da oggi non ho più un profilo Premium, sono ritornato allo standard, che pare anche troppo se si stratta di leggere post e commenti scritti da qualche GenAI che ricicla contenuti. E non sono l'unico, tanti del mio network non si distinguono più per il loghino dorato. La corda, già da tempo troppo tirata, sta per rompersi definitivamente. In tanti si sono decisi (chi da ieri e chi già da tempo) a scegliere altri canali di comunicazione, podcast o substack che siano, per scrivere i propri contenuti senza che diventino subito il "campetto a 5" degli LLM. Io non l'ho ancora fatto, ma non mi sembra mi manchi molto... #nopremium #GenAI #artificialintelligence

Valentina G.

Content Operations Executive, Media Veteran, Author ● Ex: Red Bull Media House, Accenture, Mediaset (MFE) ● 🇪🇺 Proud and passionate European ● valentinagiannella.eu 🎗️

3 settimane

Ho fatto la stessa cosa tempo fa. Non posso abbandonare LinkedIn del tutto, come ho fatto per gli altri social, perché con la nuova redazione che ho preso in carico dovrò anche occuparmi di LinkedIn (nella speranza di convincere l'editore che non serve a quasi nulla). Tutto quello che invece ho da dire sui temi che davvero mi appassionano, lo condivido su Substack. E quello che voglio imparare, lo apprendo da ottime newsletter: rigorosamente NON LinkedIn.

LinkedIn è fantastico: • Uno cambia lavoro → valanga di “Sei un grande!”, “Congratulazioni!”, “Te lo meriti!”. • Uno scrive qualsiasi cosa → pioggia di applausi virtuali. • Nel frattempo, nessuno legge davvero quello che hai scritto. Alla fine, a cosa serve LinkedIn? A guardare il profilo di qualcuno che non conosci ma che vuoi conoscere. Punto. Il resto? Intrattenimento travestito da networking. Forse sto esagerando, ma ditemi la verità: non vi sembra di vivere in un eterno karaoke di “bravo!”, “super!”, “top!”? (E non fraintendermi, Alessandro: il tuo post è uno di quelli che considero autentici. È proprio per questo che mi ha spinto a scrivere questa riflessione).

Marco Landoni

Senior Director Technology Solution & Services - BU Oracle @ ITCore Group - Race Official@Monza National Racetrack - Ex Snr Director@Oracle - Ex Pricipal@Sun

3 settimane

Alessandro Giaume anch’io non ho mai avuto la versione premium e sono vivo e vegeto non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista lavorativo La proliferazione di founder che sanno spiegarti la vita che viaggia a pari passo con i post generati con AI oramai prevarica ogni cosa. Dimmi dove vai che ti seguo…

Roberto Cattaneo

Strategic Communications & Corporate Affairs Leader | Corporate Branding | Gen AI Expert | Pharma, Tech, Automotive & Industrial

3 settimane

Ciao Alessandro, e come darti torto? Ho ancora il profilo Premium, ma al prossimo rinnovo vedrò se continuare, perché onestamente sono rimasto piuttosto deluso dalla versione Premium. Forse avevo aspettative troppo alte, ma il marketing di LI la presenta come qualcosa di molto diverso da quello che poi è nella realtà. Come tanti, ho visto questo strumento passare da punto d’incontro tra domanda e offerta di lavoro, a canale di comunicazione corporate, fino a diventare una specie di FB per professionisti: post sul viaggio in moto, esperienze personali come quella di una malattia potenzialmente mortale, temi spesso fuori contesto…certo, per fortuna senza i “leoni da tastiera” di X o FB. Poi con l’arrivo dell’AI generativa si è consumato il vero tracollo: contenuti tutti uguali, anche nell’estetica. Se LI vuole davvero restare un punto d’incontro tra chi cerca e chi offre lavoro, forse dobbiamo solo aspettare OpenAI (o qualche altro player di quel calibro), che ha promesso una piattaforma dedicata per il 2026. Nel frattempo, ti seguirò volentieri anche se cambi canale!

Paolo Cerra

CAiO e Founder di Skillsjobs.it & WhatSJobs.it | HR Business Partner | AI PM Strategist Consultant | Startup Mentor | CTO in YUS Generation | Founder @ PMAI

3 settimane

La motivazione per cui non ho mai fatto la versione Premium e nemmeno provata per 30gg risiede nel fatto che nella sezione lavoro venga proposta per avere più possibilità di essere scelti perché la candidatura viene spostata … ecco lo schifo più completo. A dimenticavo , ê di proprietà di Ms

Gianluigi Zarantonello

Transformation and Innovation Leader | AI & Martech Strategist | Luxury & Fashion Tech Executive and Senior Advisor | Keynote Speaker & Author

3 settimane

Alessandro Giaume forse sono fortunato nel mio network e trovo ancora cose interessanti ma il problema è reale, oltre al fatto che non si capisce bene come l'algoritmo premi (spesso non premi) i contenuti di valore in termini di visibilità. Io resto premium, per ora, ma intanto ho aperto da luglio un Substack (https://gianluigizarantonello.substack.com/), perché voglio garantire la visibilità e il controllo su ciò che scrivo.

Francesco Pagliari

| Sustainability Expert | Impact-Driven Product Development | Building Positive Business Outcomes | Telco, Energy & IT expert | Podcaster

3 settimane

Penso che ti seguirò al prossimo rinnovo

Francesco Gori

Creative Director, dalla AI all Z® | Esperto e Docente di Semplificazione Applicata, in una parola: shorter.

3 settimane

Bravo!

Andrea Castro

Digital Transformation in Banking, Strategic Growth Expert, EMBA Ticinensis

3 settimane

Alessandro Giaume, non sei il solo, ma certamente questo tuo post pesa e molto! Mi domando in primis come sia possibile che di fronte a questo malcontento cosi forte e generalizzato, la piattaforma non dia segni di cambiamento. In secondo luogo, anche in privato, mi fa sicuramente piacere se condivisi nuovi spazi di discussione piu idonei allo scopo per cui si dovrebbe essere qui...

Luca Bozzato

Aiuto grandi aziende a diventare attrattive per clienti, talenti e stakeholder su LinkedIn. Advisor sui temi di Employer Branding, Brand Communication & Branding figure apicali

3 settimane

Purtroppo è un trend rilevante. Non quello di non rinnovare l'abbonamento Premium (una goccia, nel fatturato di LinkedIn) ma di non vedere più LinkedIn come "the definitive publishing platform" (il loro obiettivo pre Covid) e la ricerca di altre piattaforme con un seguito più qualitativo. Posto che diversificare è sempre cosa buona, negli investimenti (anche quelli di tempo) è chiaro che il futuro prossimo di LinkedIn sia per i grandi creator e i grandi brand (e quindi il paid media). Il tema del podcast o di substack sono ottimi, ma non sono piattaforme social: da qualche parte, il pubblico deve arrivare e quindi torniamo punto e a capo. Non si scappa veramente, da LinkedIn.

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