Riassunto Biologia Alphatest Medicina
Riassunto Biologia Alphatest Medicina
- Medicina)
Biologia
Università degli Studi di Milano-Bicocca
36 pag.
Biologia cellulare
1. La teoria cellulare
Il termine cellula fu introdotto per la prima volta nel 1665 da Robert Hooke. Da questo momento la struttura
della cellula è stata studiata e oggi è riconosciuta una teoria unificate sulla natura degli organismi viventi, nota
come teoria cellulare, formulata intorno al 1850 da Schleiden, Schwann e Virchow.
Una cellula è un elemento di piccole dimensioni, delimitato da una membrana, pieno di una soluzione
concentrata di sostanze chimiche in acqua e dotato della capacità di produrre copie di sé stesso, crescendo e
dividendosi in due. Elementi chiave della teoria cellulare:
- Tutti gli organismi viventi sono composti da cellule
- La cellula è l’unità fondamentale
- Ogni cellula deriva da un’altra cellula preesistente
- Nelle cellule l’informazione genica risiede nel DNA e viene trasmessa durante la divisione cellulare
2. Tipi cellulari
Ogni cellula è circondata da una membrana cellulare che divide l’ambiente interno da quello interno e che
regola l’ingresso e l’uscita dei materiali. All’interno si trova il citoplasma, una soluzione acquosa in cui sono
immersi i costituenti cellulari e in cui si svolgono le funzioni cellulari. Queste funzioni sono svolte dagli organelli
citoplasmatici. In base alla presenza o meno di un nucleo, le cellule vengono divise in due gruppi:
- Cellule procariotiche (batteri):
Sono le più semplici e le più piccole cellule esistenti (0,5 – 5 µm). Sono prive di
organelli citoplasmatici delimitati da membrana e non possiedono un vero nucleo:
il materiale genetico consiste di una sola molecola di DNA circolare, localizzata in
una regione della cellula detta nucleoide. Oltre alla molecola di DNA principale
possono essere presenti plasmidi. Nel citoplasma sono presenti i ribosomi,
organuli che permettono la sintesi proteica, ma sono più piccoli di quelli
posseduti dagli eucarioti. La membrana plasmatica forma delle invaginazioni
dette mesosomi. Le cellule procariotiche sono circondate da una parete cellulare
esterna alla membrana cellulare, costituita di peptidoglicani (no archebatteri). Un peptidoglicano è formato da
lunghe catene polisaccaridiche in cui si alternano unità di amminozuccheri (N-acetilglucosammina e acido N-
acetilmuramico) uniti da ponti trasversali di natura peptidica a formare una struttura complessa. Gli organismi
procarioti sono sempre unicellulari e si riproducono con modalità asessuata, per scissione binaria, ma possono
scambiarsi materiale genetico mediante trasformazione, coniugazione o trasduzione. In alcuni procarioti è
presente una membrana esterna (capsula), uno strato ricco di fosfolipidi e carboidrati, esterno alla parete
cellulare. Non ha funzioni protettiva, ma può contenere tossine responsabili di processi patogeni. I flagelli dei
procarioti, quando presenti, sono semplici strutture filamentose utilizzare per spostarsi nell’ambiente. Sono
tubi elicoidali formati dalla proteina flagellina, il cui movimento è alimentato da un gradiente protonico.
o Fermentazione lattica: viene trasformato in acido lattico. È operata da alcuni batteri del latte
che trasformano il lattosio in acido lattico. Questa fermentazione ha luogo anche nei muscoli,
quando l’apporto di ossigeno non è sufficiente a produrre abbastanza ATP con la respirazione.
La fermentazione non comporta alcuna produzione ulteriori di ATP rispetto alla glicolisi, però permette di
riossidare il NADH, ripristinando così la scorta cellulare di NAD+ necessaria per lo svolgimento della glicolisi.
Tra la prima e la seconda divisione meiotica può esserci un breve periodi di riposo, interchinesi, durante il
quale i cromosomi si despiralizzano parzialmente, oppure la meiosi II può seguire immediatamente la meiosi I.
Ognuna delle due cellula figlie va incontro alla Meiosi II:
o Profase II: i centrioli migrano verso i poli opposti della cellula e si riforma l’apparato del fuso.
o Metafase II: i cromosomi si allineano sul piano equatoriale della cellula
o Anafase II: i cromatidi fratelli di ogni cromosoma si separano e si muovono verso i poli opposti
della cellula, diventando i nuovi cromosomi delle cellule figlie
o Telofase II: si formano due nuclei e si ha la citodieresi con la formazione di due cellule figlie.
La prima divisione meiotica è di tipo riduzionale, cioè accompagnata dal dimezzamento del numero di
cromosomi; la seconda è di tipo equazionale, cioè non si ha alcuna variazione del numero cromosomico.
B IBIB / IBI0
AB IAIB
- Sistema Rh
In questo sistema vengono distinti due gruppi, Rh+ e Rh-, in base alla presenza o meno sui globuli rossi
dell’antigene Rh. Il gruppo è determinato dalla combinazione di due alleli dello stesso gene: D (dominante) e d
(recessivo). Quindi, un individuo di genotipo DD oppure Dd possiede l’antigene Rh e non produce anticorpi
anti-Rh; un individuo di genotipo dd non possiede l’antigene Rh e produce anticorpi anti-Rh.
Casi a rischio: madri Rh-, in cui la presenza di un eventuale feto Rh+ provoca la produzione di anticorpi anti-Rh
che, entrando in contatto con i globuli rossi fetali attraverso la placenta, possono determinare emolisi
(distruzione dei globuli rossi). Questo fenomeno, detto eritroblastosi fetale, è in genere poco importante alla
prima gravidanza, perché la produzione di anticorpi è contenuto; può invece causate danni gravissimi al feto in
una eventuale seconda gravidanza, perché la produzione di anticorpi è molto più massiccia.
Genetica molecolare
La genetica molecola indaga i meccanismi chimici che permettono l’espressione delle informazioni genetiche in
un individuo e la trasmissione dei caratteri ereditari da un individuo ai propri discendenti. L’unità base
dell’eredità è rappresentata dal gene, che in questo contesto può essere definito come il tratto di DNA
responsabile della determinazione di un dato carattere.
1. Il DNA
Agli inizi degli anni ’40, era noto che i geni determinano i caratteri ereditari e che sono localizzati sui
cromosomi, ma non se ne conosceva l’esatta natura chimica. Si sapeva che i cromosomi sono costituiti da DNA
e proteine quindi, il depositario dell’informazione biologica doveva essere una di queste due molecole.
1944: Avery, MacLeod e McCarty dimostrarono che il depositario dell’informazione genetica era il DNA
1949: Chargaff evidenzia le 4 basi azotate e scoprì che la quantità di adenina = quantità timina (AT / CG)
1952: Hershey e Chase, utilizzando i batteriofagi, dimostrarono che il DNA è coinvolto nella replicazione virale
1952: Franklin produce un’immagine di diffrazione ai raggi X del DNA
1953: Watson e Crick individuano la struttura tridimensionale del DNA e propongono il modello a doppia elica
1958: Meselson e Stahl dimostrano che la replicazione del DNA è semiconservativa
1962: Watson, Crick e Wilkins ricevono il premio Nobel per la medicina grazie alle scoperte sugli acidi nucleici
1969: Hershey riceve il premio Nobel per la scoperta del meccanismo di replicazione dei virus.
Operoni reprimibili: sono normalmente espressi, tranne quando è presente un corepressore, che attiva il
repressone. In questo operone il repressore è normalmente inattivo e l’operone viene perciò trascritto
regolarmente. Il repressore rimane inattivo finché non si lega a un corepressore, formando con esso un
complesso repressore-corepressore che si lega all’operatore, impedendo all’RNA polimerasi di trascrivere i geni
strutturali dell’operone. Un corepressore è spesso il prodotto finale della via biosintetica che esso controlla.
Embriogenesi
L’embriologia è la disciplina che studia i processi attraverso i quali dalla cellula uovo fecondata (zigote), in
seguito a una serie di successive divisioni cellulari dotate di un programma di sviluppo ben definito, ha origine
un nuovo individuo formato da tessuti e organi diversi. Con embriogenesi si intende la formazione
dell’embrione, cioè l’organismo nella fase precedente la nascita.
Segmentazione: prima fase dello sviluppo embrionale; serie di divisioni mitotiche che, a partire dallo zigote,
determinano un aumento del numero di cellule, senza incremento di dimensioni. Col procedere delle divisioni,
si forma una struttura sferica, nota come morula. Successivamente le cellule si dispongono in modo da formare
una sfera cava, la blastula, all’interno della quale compare una cavità centrale detta blastocele.
Gastrulazione: processo che permette il differenziamento dei foglietti embrionali. Inizia con la formazione di
una piccola introflessione sulla superficie della blastula; il solco si estende fino alla formazione di una gastrula a
due strati cellulari, uno esterno detto ectoderma e uno interno detto endoderma. A questo stadio, la nuova
cavità formatasi è detta archenteron e la sua apertura blastoporo. In tutti gli animali l’evoluzione procede con
la formazione di un terzo foglietto, il mesoderma: questi tre sono i responsabili dello sviluppo dei vari tessuti.
Neurulazione: da specifiche regioni dei foglietti inizia a definirsi un sistema nervoso. Dall’endoderma si forma
la notocorda la quale stimola l’ectoderma a introflettersi e a formare un solco. I bordi di questo solco, detti
pieghe neurali, si fondono formando il tubo neurale, che darà origine al SNC. Le cellule della cresta neurale,
durante lo sviluppo, migrano dando origine al SNP, tra cui gangli sensoriali e cellule di Schwann. Dal
mesoderma si formano i somiti, gruppi di cellule che si dispongono ai lati del tubo neurale e da cui hanno
origine le vertebre, i muscoli e le altre strutture che formano l’asse corporeo (pagina 179).
Cellule
Unipotenti: cellule staminali in grado di produrre solo cellule dello stesso tipo del tessuto in cui si trovano.
Multipotenti: cellule staminali che danno origine a tutti gli elementi cellulari del sangue (midollo osseo rosso).
Totipotenti: cellule embrionali nella prima fase dello sviluppo in grado di dare origine a tutti i tipi cellulari.