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14 Risposte A 102 - Effetto "10 Carte": Marzo 18, 2012 Alle 11:12 PM

Questo documento contiene diversi commenti e risposte riguardanti l'effetto mentale delle '10 carte'. I commenti discutono come rendere l'effetto più naturale agli occhi dello spettatore e come migliorare l'abilità del mentalista di distrarre l'attenzione del pubblico.

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14 risposte a 102 – Effetto “10 Carte”

1. Saul scrive:
Marzo 18, 2012 alle 11:12 pm

Questo è il primo commento che scrivo e, nonostante sappia che questo spazio non è
destinato a commenti di apprezzamento, lasciate che mi complimenti per la costruzione
del tutto, mi ritengo soddisfatto dell’impegno preso. Sono iscritto da giorno 14, quindi un
neofita fresco fresco, e ho “divorato” i primi video, ma con molta attenzione. Riguardo
l’effetto delle 10 carte, che ho testato con successo giusto ieri, avrei qualche dubbio che
spero possiate aiutarmi a chiarire. Quando dal mazzo si pescano le dieci carte, lo spettatore
non potrebbe chiedersi perché non ne prendiamo direttamente dieci a caso invece di
sceglierle? E di conseguenza, non potrebbe chiedere di pescarlo egli stesso? Grazie in

anticipo e scusate lo sproloquio


Rispondi

o Aroldo scrive:
Marzo 19, 2012 alle 10:25 am

Innanzitutto grazie per gli apprezzamenti, Saul, che fanno sempre piacere.

La tua domanda sulla scelta delle carte da utilizzare è, in realtà, una domanda che si
ripropone per (quasi) ogni effetto di mentalismo.
Perché usare quelle buste? Perché non posso mescolare? Perché dover scegliere su un libro
la parola da pensare? ecc. ecc.
Una delle abilità del mentalista, da costruire nel tempo, è quella di rendere naturale la
procedura e… non farla passare per tale.

I più esperti potranno confermarti che è così.


Un esempio è la recente esibizione di Federico Soldati ad Italia’s Got Talent, in finale.
Se ci si ragiona, perché Federico ha chiuso la sua previsione in un bauletto?
Non poteva mettere in vista il foglio, sin dall’inizio, direttamente?
Nel caso dell’effetto in questione, poi, la giustificazione è “in sé”, e può essere rivelata alla
fine della procedura, prendendo le carte (magari sconvolgendo il loro ordine) e mostrare
che si tratta di carte dall’Asso al dieci.
Sono quelle le carte che necessariamente servivano e sono quelle che il mentalista ha
dovuto prendere dal mazzo all’inizio dell’effetto.
Niente da nascondere, insomma.
Rispondi
2. Saul scrive:
Marzo 19, 2012 alle 3:39 pm

Dunque spetta al personaggio rendere il tutto molto più naturale, come viene sottolineato
più volte da lei stesso. Grazie mille del chiarimento :).

PS: a proposito della dimostrazione di Federico Soldati che cosa ne pensa? E’ un valido
esperimento di Mentalismo oppure si tratta di un trucco più banale? Io ho trovato
quell’esibizione molto interessante e affascinante, però mi chiedevo fino a che punto
potesse essere denominato Mentalismo. Ancora grazie tante.
Rispondi

o Aroldo scrive:
Marzo 19, 2012 alle 3:52 pm

Sul Forum, tra le altre cose, c’è “l’argomento” Soldati a IGT.

Puoi trovare lì la mia opinione e quelle di altri corsisti.


Rispondi

3. marco ferrero scrive:


Luglio 18, 2013 alle 8:06 am

questo gioco è la prova che semplice non vuol dire banale …


anzi è di grande impatto proprio perché semplice e, questo mi fa affermare che giochi più
complessi sono tanto più efficaci ,tanto quanto l’ operatore riesce a renderli
apparentemente naturali e semplici
Rispondi

o Aroldo scrive:
Luglio 18, 2013 alle 9:37 am

Proprio così, Marco.


Tutto il Mentalismo ruota attorno al concetto di (apparente) naturalezza.
Questi esempi iniziali mostrano già – pur nella loro semplicità – gli elementi fondamentali
delle metodologie in atto: efficacia, pur nell’apparente “innocenza” dell’azione.

Solo un appunto terminologico: per tradizione, nel settore del Mentalismo si evita l’uso
della parola “gioco”.
Il “gioco” è tipico dei prestigiatori e i Mentalisti tendono a separarsi da questi ultimi,
iniziando proprio dal linguaggio.
Il termine maggiormente usato al posto di “gioco” è “effetto”.
Rispondi

4. Gaetano Ruffo scrive:


Settembre 28, 2014 alle 10:47 am

Aroldo 6 proprio UN GRANDE!!!!! Mi piace moltissimo come hai iniziato questo corso,
perchè l’effetto è VERAMENTE SEMPLICE, Quasi vien da dire partiamo male…. MA
quello che mi ha colpito è che quando lo spieghi è davvero semplice, è da l’idea di effetto
quasi noioso. MA quando lo effettui è SPETTACOLARE!!!! Perchè hai giocato tutto
sull’impostazione del personaggio e su come l’hai effettuato!!!.. Non lasci il tempo di
pensarci a come fai, e in piu sposti l’attenzione su andrew, e fai si che andrew sia attento a
te e non alle carte!!!.. Sei stato veloce nel parlare e nell’alzare la carta giusta, in più la
seconda volta hai guardato andrew come se volessi fargli credere che glielo leggessi negli
occhi quante carte ha spostato!!!!… Bellissimo!!! Sono contento perche a volte le cose che
sembrano semplici, e’ perche l’esecutore le fa sembrare semplici: io mi sono sentito un

idiota!!! Ho provato a farlo con mia madre e ho pure sbagliato Comunque anche se ho
sbagliato anche l’effetto ;( più dell’effetto mi è piaciuto tantissimo il tuo modo di spostare
l’attenzione dell’altro su quello che tu vuoi, e poi con tantissima semplicità!!!! E alla fine:
“Due Caffè” GRANDE!!!!!!!!!!
Rispondi

5. Mattia Castelluccia scrive:


Settembre 17, 2016 alle 9:42 pm

Bellissimo effetto.. complimenti!!! Sono iscritto praticamente da stasera e giá sono


soddisfatto della mia scelta!! Non vedo l’ora di esplorare sempre più questo fantastico
mondo….
Ps: domandina da neofita….
Cè un modo per perfezionare questo concetto di Timing??? … mi spiego meglio… cé un
modo (in questo caso) di perfezionare la tecnica che permette di non farti notare mentre
guardi la carta??
Rispondi

o Aroldo scrive:
Settembre 18, 2016 alle 12:18 pm

Ciao, Mattia, e grazie per i complimenti.


Per quanto al “sistema” per migliorare timing e occhiata… forse ti deluderò, ma non esiste
un metodo di allenamento o una tecnica particolare.
O meglio, un sistema per migliorare c’è, ma non si tratta di una tecnica: si tratta
dell’esperienza.
Come ti accorgerai col tempo, diventare un Mentalista (emme maiuscola), significa
applicarsi, provare, riprovare, sbagliare, correggersi, fare bene e, talvolta, anche
risbagliare.
Il migliore consiglio che mi sento di darti, quindi, è quello di “fare esperienza”.
Vedrai che, col tempo, il timing giusto e l’occhiata giusta diventeranno naturali.
Buon corso!
Rispondi

6. Diego Giordana scrive:


Agosto 2, 2018 alle 8:53 am

In questo effetto a volte mi chiedono se possono spostare le carte a caso e trovo difficile
giustificare che vanno prese in successione .come si può presentare in modo che non desti
sospetti?
Rispondi

o Aroldo scrive:
Agosto 2, 2018 alle 2:11 pm

Caro Diego,
il problema non riguarda questo effetto in particolare, ma risiede nella più generale
problematica della “gestione dello spettatore”.
In altre parole, è quello di cui si parla quando si tratta del “carisma del performer”.
Il carisma è una qualità che si costruisce (anche e soprattutto) con l’esperienza: se il
performer ha carisma lo spettatore esegue e “resta al suo posto” senza creare problemi.
In ogni caso, una soluzione abbastanza semplice – per impedire richieste strane da parte
del pubblico – è quella di dire (più o meno): “Se seguite ESATTAMENTE le mie istruzioni
l’effetto potrà avere esito positivo. Se non lo fate… è addirittura del tutto inutile che
iniziamo.”.

Prova e fammi sapere.


Rispondi

 Diego Giordana scrive:


Agosto 2, 2018 alle 4:38 pm
Ti ringrazierò proverò con questa presentazione che mi hai indicato. Si ineffetti è vero il
carisma del performer e la forza dell effetto e non L effetto in se .
Rispondi

7. Andrea Brescianini scrive:


Aprile 3, 2022 alle 7:26 pm

Ciao Aroldo
Ormai sono diversi anni che sono iscritto a mentalismo emozionale e ogni tanto mi piace
riguardare il corso e riragionare sugli effetti.
A riguardo ho cercato una mia soluzione per rendere questo effetto (forse) ancora più
misterioso.
Provo a spiegarmi.
Invece di prendere io le carte dal 1 al 10 faccio prendere allo spettatore 10 carte qualsiasi.
Riprendendo le carte mi preoccupo solo di fare una piccolissima piega o segno alla prima
carta di dorso. Ovviamente senza che nessuno si accorga :). Dispongo le carte sul tavolo in
fila e mostro allo spettatore come deve muoversi. Fatto questo mi volto e attendo che lo
spettatore esegua le mie istruzioni. Quando mi rigiro mi è sufficiente guardare dove si
trova le mia carta chiave per capire quante carte sono state spostate. Es: se nella
dimostrazione io sposto 3 carte e lo spettatore poi ne sposta 4, sarà sufficiente contare in
che posizione si trova la chiave e sottrarre 3 per trovare il numero di carte spostato. Il
procedimento funziona all’infinito, basta provare.
Spero possa essere una valida idea, almeno per me ha funzionato.
Un saluto
Andrea
Rispondi

o Aroldo scrive:
Aprile 4, 2022 alle 5:45 pm

Ciao, Andrea, e grazie per la condivisione della variante che hai ideato.
Credo che non esista – in linea di principio – una variante più misteriosa di un’altra.
il mistero è generato da una serie di fattori, tra i quali è predominante l’abilità del
performer.
Naturalmente, ciascuno predilige una certa variante, in relazione a suoi personali gusti ed
esigenze.
La tua variante funziona benissimo, e quindi grazie ancora per la condivisione.

Qualcuno di coloro che ci seguono potrà provarla e, magari, farci sapere i risultati.

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