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La Questione Femminile Nel Dopoguerra

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Manconi Matilde

Cl VH

LA QUESTIONE FEMMINILE NEL DOPOGUERRA

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, la questione femminile


divenne ben presto il tema più rilevante nella società in cui le donne, che
ambivano a mantenere la libertà e l’autonomia che avevano conquistato
durante il periodo bellico, si fecero avanti con estremo coraggio per
rivendicare i propri diritti fondamentali e per ottenere,
conseguentemente, una maggiore partecipazione nella vita politica ed
economica del paese.
Il lavoro che le donne hanno svolto negli anni della guerra, il loro pieno e
attivo coinvolgimento nella Resistenza, il diritto al suffragio del 1946,
sono i fattori determinanti per il fenomeno del cambiamento femminile;
ma questi non furono i soli aspetti sociali estremamente necessari per
questa rivendicazione sociale delle donne: la formulazione degli articoli
della Costituzione , le conquiste ottenute per le parità giuridiche e sociali,
le leggi sull’aborto e sul divorzio, la legge Merlin e la legge sulla violenza
sessuale, sono momenti decisivi che riescono a contribuire perfettamente
nel poter delineare una nuova immagine femminile, capace di
destabilizzare i diversi soggetti sociali, i quali potevano cercare di
elaborare adeguate risposte a ciò che stava accadendo, oppure resistere
in difesa delle situazioni tradizionali (quali la segregazione femminile nel
mondo del lavoro e tutti quegli aspetti che vanno a confluire nella
“mistica della femminilità” (saggio dell’attivista Betty Friedan, in cui
vengono mostrate e descritte le caratteristiche del modello marito-figli-
casa che veniva imposto alle donne, senza tener conto delle possibili e
diverse aspirazioni sociali della donna stessa).

Furono fatti numerosi passi in avanti con l’avvento degli anni Sessanta,
periodo in cui la grande attenzione popolare era incentrata sui temi del
corpo, della salute e della sessualità: si andò a concretizzare man mano la
riflessione sulla necessità della rivoluzione femminile che stava
caratterizzando gli anni successivi alla caduta del fascismo, che comportò
la caduta di ogni restrizione e rigidità, propri di un tempo anteriore, ma
soprattutto la ricerca e la relativa conquista di spazi che fino a quel
momento erano riservati solo agli uomini.

Nel “Secondo Sesso” Simone De Beauvoir analizza la questione


dell’impossibilità delle donne di poter scegliere liberamente il proprio
percorso di vita; questo percorso viene delineato passo dopo passo dalla
filosofa francese che, destando grande scalpore nella società degli anni
Cinquanta, per la prima volta pone sotto gli occhi dei lettori la possibilità
delle donne di non esprimersi più come surrogato dell’uomo ma,
attraverso la propria autodeterminazione, di riconoscersi come
individualità in sé per sé: “La disputa continuerà finché gli uomini e le
donne non si riconosceranno come simili”.

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