Sociologia
Sociologia
Auguste Comte padre fondatore della sociologia, ne conia il termine. Si può riorganizzare la
società in modo scientifico. Legge dei tre stadi: teologico (il pensiero è guidato dalla religione),
metafisico (spiegazioni di tipo razionale), positivo (comprende e completa i primi due; applicazione
del metodo scientifico). I metodi scientifici devono essere applicati allo studio della società per
rispondere a due problemi:
1. Statica sociale come le società stanno insieme
2. Dinamica sociale cosa spinge le società a cambiare e cosa determina la natura del
cambiamento
Herbert Spencer (inizio ‘800) riprende i problemi di statica e dinamica:
1. Statica modello organicistico ed evoluzionistico della società umana: la società è un
organismo formato da parti interdipendenti tendenti all’equilibrio che funzionano in modo
da assicurare la stabilità e la sopravvivenza all’intero sistema.
2. Dinamica utilizza la teoria evoluzionista di Darwin basata sulla selezione naturale e la
sopravvivenza del più adatto/forte
Karl Marx (1818) due aspetti della sua teoria hanno influenzato la sociologia:
1. Analisi del capitalismo. Due classi: i capitalisti (la classe borghese, proprietari dei mezzi di
produzione) e il proletariato (classe operaia, la forza lavoro). Il rapporto e di reciproca
dipendenza ma asimmetrico, fondato sullo sfruttamento conflitto di classe.
2. Teoria del mutamento sociale. I fattori economici sono la causa del mutamento sociale.
Quando le forze produttive si espandono con la crescita economica entrano in
contraddizione con i rapporti di produzione l’unica soluzione è la rivoluzione.
Secondo Marx il complito dello scienziato sociale è di descrivere il mondo per cambiarlo. Se
Spencer parlava di armonia e progresso, al contrario Marx parla di conflitto e rivoluzione.
L’economia sta alla base della società.
Emile Durkheim considerato uno dei padri fondatori della sociologia. Il termine oggettivismo
sintetizza il suo approccio allo studio dei fenomeni sociali. I fenomeni sociali hanno un’esistenza
propria, indipendentemente dal significato che gli viene attribuito dagli individui. Definisce la sua
immagine della scienza come razionalista:
1. I fatti sociali sono “cose” non sono riducibili alle idee e ai sentimenti chi gli umani vi
annettono.
2. La società viene prima degli individui.
3. Il sociologo deve porsi ai problemi sociali come lo scienziato si pone alla natura deve
individuare le leggi di casualità.
4. Visto che la sociologia non può operare mediante la sperimentazione diretta, bisogna
ricorre alla comparazione basata sulla concomitanza delle variazioni dei fenomeni studiati
(modalità con cui si presentano in diversi paesi, periodo, contesti).
Durkheim sceglie il tema del suicidio per dimostrare la rilevanza della sua impostazione
oggettivistica e anti-individualistica. Introduce una spiegazione basata su fattori e cause sociali.
Analizzando i dati statistici dei tassi di suicidio emerge che è soggetto alle forze sociali, non è
individuale: i fattori sociali lo influenzano (matrimonio, figli, confessione religiosa, pace/guerra).
Max Weber “soggettivismo sociologico”, espressione che indica che i fenomeni sociali vanno
compresi e spiegati a partire dal significato che le azioni rivestono per l’individuo che le compie
Anche “individualismo”: l’individuo è l’unica sede dell’azione e della decisione. Tendenze in
contrapposizione:
1. Tendenza positivista riconduce l’analisi dei fatti sociali al modello di spiegazione
generalizzante delle scienze naturali
2. Tendenza storicista vede l’analisi dei fenomeni storico-sociali come una scienza a sé.
La cultura
La società
Cultura e società sono legate tra loro.
Gli individui che costituiscono una società devono occupare un territorio comune, interagire tra
loro, avere una cultura comune e condividere un senso di appartenenza.
Non si identifica necessariamente con lo Stato.
La struttura sociale è un insieme di parti che interagiscono in modo organizzato e quindi in ogni
società esiste una sottostante regolarità. Le componenti principali sono:
1. status posizione che un individuo occupa nella società e determina come si colloca. Una
persona può averne diversi, ci sono delle diseguaglianze tra diversi status, le persone con lo stesso
status formano una classe.
Status ascritti: attributi che possediamo dalla nascita indipendentemente dalla volontà.
Status acquisiti: sui quali abbiamo capacità di controllo, li raggiungiamo attraverso l’impegno, il
merito e le esperienze personali.
2. ruoli parte o parti che un individuo può interpretare nella società. Ogni status comporta uno o
più ruoli. Un grappolo di ruoli connessi a un singolo status si chiama insieme di ruoli. Ci possono
essere delle tensioni di ruolo perché ci sono delle aspettative difficilmente conciliabili.
3. gruppi gran parte del comportamento sociale si realizza tri i gruppi che si formano e
trasformano. È composto da persone che interagiscono tra di loro sulla base di aspettative
condivise. Distinguiamo tra gruppi primari: un piccolo gruppo di persone che sono in interazione per
un lungo periodo di tempo sulla base di rapporti intimi (famiglia, amici, gruppo dei pari) e gruppi
secondari: composti da più persone e l’interazione avviene su basi temporanee, anonime,
impersonali.
4. istituzioni tutte le società devono far fronte a certe necessità fondamentali. Le istituzioni sono
un insieme di valori, norme, status, ruoli e gruppi che si sviluppano attorno ad un bisogno della
società.
Tipi di società:
Società di caccia e raccolta numero ristretto di gruppi sparsi perché l’ambiente non riesce a
sostentare un grande numero. Vivono in gruppi primari di 40 individui e la famiglia è l’unica
istituzione. Gli status sono sostanzialmente uguali, c’è un capo con scarsa autorità. Sono nomadi e
hanno bisogni semplici e soddisfatti facilmente.
Società pastorale (circa 10000 anni fa) iniziano a sviluppare la pastorizia e addomesticano gli
animali che rappresentano una fonte costante di alimentazione. Aumentano di numero e si creano
forme di ricchezza e ne consegue il potere. Compare la figura del capo tribù. Sono nomadi. Si
sviluppano il commercio, le istituzioni politiche ed economiche.
Società orticola (circa 10000-12000 anni fa) coltivano le piante con la zappa e la vanga. Non sono
nomadi. C’è del surplus e di conseguenza potere e ricchezza, capo tribù e nuovi status e ruoli come
l’artigiano. Nasce il concetto di guerra.
Società agricola (circa 6000 anni fa) invenzione dell’aratro, rivoluzione agricola. Si crea un
cospicuo surplus e ci sono milioni di persone. Ci sono ruoli specializzati. Compaiono le città. Il
potere si concentra nelle mani di pochi e si forma lo Stato come istituzione. Nascono le classi sociali,
c’è una distribuzione di ricchezza ineguale. Introduzione della moneta. Guerra e diseguaglianza.
Società industriale nasce in Inghilterra 250 anni fa con l’applicazione della conoscenza scientifica
alle tecniche di produzione. Popolazione si concentra nelle città e c’è un miglioramento delle
condizioni di vita. Nuove occupazioni, più status acquisiti rispetto a quelli ascritti. Perdita
dell’importanza della famiglia e della religione. La scienza appare come un’istituzione sociale. Lo
Stato interviene sull’istruzione, assistenza e regolamentazione dell’attività economica. Si
moltiplicano i gruppi secondari: interazione anonime ed impersonale.
La socializzazione
è il processo di interazione sociale attraverso il quale gli individui acquistano la loro personalità e
apprendono i modelli di comportamento della società. L’individuo apprende norme, valori,
linguaggio, abilità e credenze e tutti i modelli di pensiero e azioni essenziali per la vita sociale.
La società si si riproduce dal punto di vista biologico e sociale (crea continuità tra le generazioni).
personalità complesso abbastanza stabile di modelli di pensiero, sentimenti e azioni tipico di un
individuo; è composta dalla componente cognitiva (credere, pensare, percepire), emotiva ((i
sentimenti), comportamentale (attitudini, competenze, abilità).
L’apprendimento è qualsiasi cambiamento nel pensiero, nelle emozioni e nell’azione che si
prodotto da una precedente esperienza. Vi sono due teorie su come gli esseri umani apprendono:
1. teoria del comportamento behavioristascuola psicologica comportamentista e si concentra sui
processi che si svolgono nella mente; la mente è pura astrazione, non può essere studiata
scientificamente. Secondo Skinner l’apprendimento può essere spiegato in termini di
condizionamento. Vi è quindi una parte inconscia che avviene in modo casuale.
2. teoria dello sviluppo il comportamento da solo non spiega in modo adeguato
l’apprendimento. Viene rivalutato il concetto di mente. L’apprendimento è lo sviluppo continuo
della mente attraverso diversi stadi. L’esponente è Piaget.
I comportamentisti vedono l’individuo come passivo mentre i teorici dello sviluppo come attivo.
Comparsa del sé
Il fatto di possedere una propria identità ci distingue dagli altri. Il nostro senso del sé sembra
consistere nei ruoli che svolgiamo e nelle qualità di carattere che pensiamo di possedere. Il senso
del sé è un prodotto sociale creato e modificato per tutta la durata della vita. Come compare e
cambia nel corso della vita? Tre teorie:
1. Freud il carattere inconscio guida la maggior parte del comportamento umano. Le esperienze
dell’infanzia influenzano lo sviluppo della personalità. Si possono analizzare i sogni, i lapsus e la
psicoanalisi. La società impone la propria volontà sull’individuo generando nevrosi e disturbi della
personalità. La personalità può essere divisa in Es (istinto, inconscio che non può essere soddisfatto
e quindi viene represso), Ego (parte conscia che tenta razionalmente di mantenere l’equilibrio tra le
risorse dell’ambiente e le necessità dell’es. Concilia le richieste di auto gratificazione e mantiene un
comportamento socialmente accettabile), Superego (coscienza, versione interiorizzata dell’autorità
morale; sentimenti di vergogna e orgoglio).
2. Cooley il sé è un prodotto sociale e compare attraverso processi diversi. Parla di io riflesso: la
società si presenta come uno specchio nel quale possiamo osservare le reazioni degli altri al nostro
comportamento. I concetti di sé formati nell’infanzia sono più duraturi rispetto a quelli che si
formano successivamente.
3. Mead concetto di interazione simbolica: avviene tra gli individui attraverso i simboli.
Assunzione di ruolo. Processo di socializzazione mai concreto e perfetto.
Agenti di socializzazione
Famiglia il più importante, socializza i bambini durante l’infanzia. Il bambino stabilisce i primi
legami, apprende il linguaggio, le norme e i valori. Una parte avviene in modo intenzionale e una
parte in modo inconscio: attraverso l’imitazione. La famiglia trasmette la posizione nella struttura
sociale e quindi lo status ascritto.
Scuola socializza i giovani a particolari valori e abilità (conoscenze). Per la prima volta devono
obbedire al sistema sociale e aderire alle regole.
Gruppo dei pari individui cha hanno circa la stessa età, lo stesso ambiente sociale e gli stessi
interessi. L’appartenenza al gruppo dei pari distacca l’individuo dall’influenza della famiglia e della
scuola. Si assumono ruoli e identità separate.
Mezzi di comunicazione di massa forme di comunicazione che si rivolgono ad un ampio pubblico
(televisione). Manca il contatto personale. Offrono modelli di ruolo, si va per imitazione.
Altri gruppi religiosi, associazioni volontarie, organizzazioni giovanili, ambiti di lavoro.
Tipi di socializzazione
Primaria primi anni di vita. Insegnamento del linguaggio, di abilità cognitive, interiorizzazione di
norme e valori, stabilirsi di legami emotivi, valutazione dei ruoli.
Anticipatoria futuri ruoli che una persona dovrà svolgere, prospettiva/preparazione.
Secondaria/nello svilupposi basa sulla primaria e si sviluppa in abilità e conoscenze già acquisite.
Comporta nuovi ruoli, obblighi, aspettative.
Alla rovescia nuova generazione trasmette conoscenze culturali agli anziani.
Risocializzazione rottura con il passato e nuova interiorizzazione di norme e valori (prigione,
collegio).
Il ciclo della vita
Processo lineare che va dalla nascita alla morte.
Infanzia
Concetto relativamente recente. Nelle società preindustriali non viene considerato come
stadio della vita. Con l’industrializzazione si dedica maggiore cura ed interessa ai bambini
che sono esonerati dai ruoli economici. Philipé Aries sostiene che infanzia e adolescenza
sono invenzione della società moderna: nel medioevo i bambini a 7 anni iniziavano a far
parte degli adulti. Sostiene la propria tesi con i seguenti punti: i bambini non portavano abiti
riservati alla loro età, in francese non vi era un termine che distinguesse il bambino
dall’adolescente, i bambini nella pittura venivano raffigurati come adulti in formato ridotto.
La sua seconda tesi sostiene che in passato i genitori avevano un atteggiamento di
indifferenza nei confronti dei figli. La situazione cambia in età moderna quando nasce il
sentimento dell’infanzia, il puerocentrismo. Il processo di scolarizzazione contribuì ad
allungare il periodo dell’infanzia, così come le relazioni tra genitori e figli.
Secondo altri storici anche nel Medioevo c’era il sentimento dell’infanzia.
Numero elevato di neonati abbandonati nella prima metà dell’Ottocento soprattutto nei
paesi cattolici. Motivazioni di tipo economico, demografico e culturale.
Il Novecento è stato il secolo dei bambinidiritti, privilegi, obbligo scolastico.
Fascia d’età compresa tra 0 e 12 anni. Fase specifica con identità e caratterizzazione e
bisogni specifici di tipo affettivo, di protezione, di cure materiali, di stimolazione psico
affettiva e di gioco. Specializzazione funzionale del ruolo di genitore; legittimazione
dell’esistenza di un intervento pubblico nell’ambito di un’area privata; settore professionale
specializzato.
Adolescenza
Va dai 13 ai 19 anni. Termine che entra in uso all’inizio del Novecento. Il prolungamento
dell’istruzione comporta cambiamenti negli status e nei ruoli di chi rimaneva a studiare.
Maturità
Inizia circa a 25 anni. L’individua ha sviluppato il nucleo della propria identità e vi sono
episodi di socializzazione anticipatoria.
Vecchiaia
Maggior insuccesso del processo di socializzazione nelle società industriali in quanto le
persone non sono state preparate ad affrontarla. L’anziano ha meno autorità, diventa un
peso, viene associato ad inattività, malattia e inutilità.
Morte
È un argomento tabù.
Rito di passaggio
Tradizione da una fase all’altra del corso della vita. Secondo Van Gennep sono le cerimoni che
accompagnano ogni modificazione di status ed età. La funzione è di riconoscere e segnalare il
formarsi di nuove relazioni sociali. Tre fasi:
1. fase preliminare/di separazione la persona abbandona la posizione e le forme di
comportamento precedenti.
2. fase di transizione/di margine si trova in uno spazio intermedio tra lo stato di partenza e quello
di arrivo.
3. fase di aggregazione viene reintrodotta nella società e si trova in uno stato di nuovo stabile; ha
diritti e doveri precisi.
L’interazione sociale
L’atto è l’unità fondamentale del comportamento umano, in relazione con altre persone costituisce
un’interazione. Viviamo in un mondo fisico e simbolico, significativo, sul quale riflettiamo ed
interpretiamo. Interpretiamo le azioni degli altri e gli attribuiamo significato. Sviluppiamo il concetto
di sé proprio come gli altri e sulla base di questo si crea un’aspettativa di ruolo.
Blumer parla di interazione simbolicaattraverso il linguaggio e i simboli le persone interpretano il
mondo. L’interazione avviene mediante l’uso dei simboli. Questa prospettiva di focalizza sul micro-
ordine, analizza il tessuto di azioni e relazioni che compongono la vita quotidiana. Il nostro sé si
presente in modi diversi a seconda delle situazioni, emergono aspetti diversi di noi stessi. Il sé che
presentiamo agli altri è legato al ruolo che viene svolto in quel momento.
Erving Goffman parla di regole tacite. Afferma che la vita sociale ordinata è possibile grazie alle
regole tacite dell’interazione. Ha un approccio drammaturgico i partecipanti sono degli attori
sulla scena che recitano un copione e improvvisano dove il copione manca. Controllo
dell’impressione cercare di controllare l’impressione che abbiamo sugli altri presentandovi nella
luce più favorevole. Esiste un retroscena. Il pubblico valuta la nostra rappresentazione. Tra i
partecipanti c’è la disattenzione studiata dei particolari imbarazzanti, c’è un contegno educato,
mercanteggiamento tra gli attori che si salvano la faccia a vicenda minimizzando l’importanza di
questa violazione.
Harolg Garfinkel propone un approccio chiamato etnometodologia. L’interazione sociale segue un
corso armonioso durante la vita quotidiana nella quale vengono negoziate diverse interazioni con
chi ha la nostra stessa cultura. Queste idee rappresentano le basi dei nostri rapporti sociali di
routine, solitamente vengono date per scontate o ignorate. Questo approccio studia come le
persone costituiscono e condividono la loro definizione della realtà nell’interazione quotidiana.
Studia il modo sottointeso in cui la gente comprende il mondo sociale, le regole tacite. Svela le
regole violandole.
Comunicazione non verbale:
Linguaggio del corpo il corpo produce informazioni di tipo consapevole e inconsapevole.
Le espressioni facciali comunicano emozioni e rappresentano gli universali culturali. I gesti
invece variano da cultura a cultura.
Manipolazione dello spazio fisico senso dello spazio che se viene invaso crea disturbo.
Quattro aree: 1 distanza minima (contatti personali intimi), 2 distanza personale (rapporto
di amicizia e conoscenza), 3 distanza sociale (situazioni formali), 4 distanza pubblica (per
distinguersi dalla gente in genere).
La realtà che ci troviamo davanti viene dai nostri sensi e dipende dalla nostra cultura, dalla società
in cui viviamo e la posizione che occupiamo.
Berger e Luckamann sono dei costruzionisti e definiscono la realtà come un processo che ha tre
stadi:
1. esteriorizzazione mediante l’interazione sociale; le persone creano dei prodotti culturali
materiali e non. Questi diventano esterni rispetto al loro creatore.
2. oggettivazione questi prodotti acquistano una realtà in sé, diventano indipendenti.
3. interiorizzazione gli individui apprendono i fatti che presumono oggettivi che riguardano la
realtà come parte della loro coscienza soggettiva.
I gruppi sociali
Il comportamento e la personalità vengono modellati dai gruppi di appartenenza. Il bisogno di
contatto con gli altri è di tipo pratico e anche fisiologico.
Un gruppo è un insieme di persone che interagiscono in modo ordinato sulla base di aspettative
comuni che riguardano il comportamento reciproco. I componenti condividono un senso di
appartenenza e si distinguono dai non componenti.
Un aggregato è un insieme di persone che casualmente si trovano nello stesso tempo e nello stesso
luogo.
L’essenza del gruppo sta nell’interazione che si svolge. Ha una struttura, dei confini, norme, valori,
status e ruoli. Lo scopo è di realizzare qualcosa che non è possibile realizzare individualmente.
Due tipi di gruppi:
1. primarionumero ridotto di individui con un’interazione diretta, personale e intime.
Coinvolgimento emotivo e di lunga durata.
2. secondario numerose persone e scarsi legami emotivi ma con uno scopo specifico.
Le caratteristiche del gruppo:
Dimensione diade, triade,….
Leadership elemento sempre presente. Leader è colui che riesce ad influenzare il
comportamento altrui. Leadership strumentale: capace di organizzare il gruppo in vista del
proseguimento di uno scopo; leadership espressivo: crea armonia e solidarietà e cerca di
ridurre i conflitti. 3 stili di comando autoritario (da ordini), democratico (trova consenso
nelle iniziative), lessefaiz-faire (dirige e organizza).
Processo decisionale varia in relazione al tipo di problema da risolvere. Primo stadio di
raccolta dei dati, secondo di valutazione delle informazioni, terzo del raggiungimento di una
decisione, quarto la decisione è stata presa.
Conformità la pressione a conformarsi nei piccoli gruppi è molto sentita nei piccoli
gruppi; le persone mettono da parte le proprie convinzioni è si conformano ad un pensiero
comune.
Appartenenza confini che distinguono chi appartiene e chi no. I componenti considerano
il gruppo come qualcosa di speciale che ha valenza positiva e hanno un senso di lealtà.
Gruppo di riferimento le persone sentono di appartenere anche se non ne sono membri.
Oggi predomina la vita nelle grandi organizzazioni impersonali:
1. volontarie: le persone ne prendono parte liberamente (pertiti politici)
2. obbligatorie: (prigione, scuola)
3. unitarie: per ragioni pratiche (imprese commerciali)
Gran parte della vita si svolge in organizzazioni impersonali. Le organizzazioni formali sono gruppi
molto grandi intenzionalmente e razionalmente rivolti al conseguimento di obiettivi specifici. Hanno
una struttura che serve per il coordinamento delle attività dei componenti nell’interesse degli
obiettivi dell’organizzazione. Quando parliamo di gruppo organizzato parliamo sia di associazioni
che di organizzazioni. Le persone appartengono ad associazioni perché ne condividono i fini, si
identificano con gli ideali. Nell’organizzazione la partecipazione è un lavoro remunerato in denaro, la
partecipazione è strumentale.
La burocrazia è una struttura gerarchica che opera secondo regole e procedure precise. Weber
chiama burocrazia la forma moderna di organizzazione. Individua le principali caratteristiche della
burocrazia e individua un ideal-tipo, un modello teorico al quale le organizzazioni tendono a
corrispondere. Nella burocrazia il potere e il controllo sono esercitati sulla base della competenza e
della conoscenza. Spesso però non è né efficiente né efficace. Si basa sul principio della prevedibilità
dei comportamenti, realizzato attraverso la standardizzazione. Ci sono due difficoltà: gli individui
non sono prevedibili e funziona solo con problemi semplici.
La devianza
La sociologia si occupa delle violazioni che vengono considerate offensive da un numero consistente
di persone. La prima caratteristica del deviante è lo stigma, il marchio dell’ignominia. Si riferisce al
comportamento e alle caratteristiche che violano norme e aspettative importanti e che sono di
conseguenza di accezione negativa per la maggior parte delle persone. 3 considerazioni:
1. la devianza non va confusa con la rarità statistica
2. non c’è tra normali e cattivi; tutti hanno violato una norma. Lo stigma fa sì che un individuo
diventi deviante
3. la devianza è un concetto relativo che varia da una società all’altra, viene interpretato in modo
diverso a seconda del contesto in cui viene compiuto.
Il comportamento sociale segue un comportamento ordinato. L’ordine è possibile grazie al sistema
di controllo sociale. La socializzazione è un processo incompleto e imperfetto.
Le sanzioni rinforzano le norme: esistono di tipo formale e informale, positiva e negativa.
Durkheim è un funzionalista e ritiene la devianza come necessaria a rendere efficace il controllo
sociale. È funzionale alla società perché l’esistenza dei devianti è necessaria per definire i confini dei
comportamenti leciti. La devianza fa parte della società, è nella sua natura ed è connessa all’idea di
ordine sociale.
Al sociologo interessa capire perché certi atti vengono definiti come devianti. A questo proposito ci
sono delle teorie:
Teoria biologica di Cesare Lombroso la devianza è dovuta al fatto che nel deviante c’è
qualcosa di sbagliato; è portatore di colpa, cattiveria, degenerazione e malattia morale. Il
comportamento deviante è innato. Caratteristiche fisiche (capelli rossi, mascella
pronunciata...). il deviante riproduce gli istinti dell’umanità primitiva e degli animali
inferiori.
Teoria dell’anomia di Durkheim (anomia=assenza di legge) descrive la condizione di
confusione che si riscontra sia negli individui che nella società quando si è in presenza di
norme sociali deboli o in conflitto o in assenza di norme. La società rischia di disgregarsi.
Teoria dell’anomia di Robert Merton la devianza è uno squilibrio del sistema sociale: c’è
discrepanza tra fini socialmente approvati e mezzi socialmente approvati disponibili per
raggiungere questi fini. La società incita a deviare. Ci sono 5 possibili reazioni degli individui
a questa divergenza tra fini e mezzi: la conformità (accettano sia i fini che i mezzi),
l’innovazione (accettano i fini ma non i mezzi), il ritualista (rifiutano i fini ma accettano i
mezzi), il rinunciatario (rifiutano i fini e i mezzi), i ribelli (rifiutano si i fini che i mezzi e li
sostituiscono con altri).
Teoria della trasmissione culturale in alcuni quartieri di Chicago negli anni ’30 il tasso di
criminalità era rimasto costante anche con l’avvicendamento delle minoranze etniche che
andavano a vivere in quei quartieri. il comportamento deviante è presente come un
modello culturale, viene trasmesso ai nuovi arrivati e ai giovani. Il comportamento deviante
viene appreso.
Teoria dell’etichettamento Una persona diventa deviante solo quando gli altri riescono
ad applicare ad essa l’etichetta di deviante. Si pone lo stigma che lo identifica come tale. La
maggior parte delle persone si comporta in modo deviante per un periodo della vita. Se gli
atti vengono scoperti, il trasgressore viene messo dinanzi all’evidenza di quello che ha
commesso e viene punita ed etichettata. Accetta l’etichetta ed inizia a conformarsi ad essa.
Il reato è una delle forme più diffuse di devianza nelle società occidentali. Può essere definito come
un atto formalmente proibito da un’autorità politica attraverso la promulgazione di una legge. Ci
devono essere due condizioni:
1. Deve essere considerato troppo disgregante socialmente per essere tollerato;
2. Deve essere difficilmente controllabile attraverso le semplici sanzioni formali.
È una questione relativa. In occidente esistono 4 tipi di azioni delittuose:
1. reati contro la persona
2. reati contro il patrimonio
3. reati senza vittime
4. reati commessi dai colletti bianchi
Le prigioni sono state istituite in tempi relativamente recenti, fino a 250 anni fa i condannati
venivano giustiziati, torturati e deportati. Si pensava che il condannato potesse pentirsi e riabilitarsi.
La prigione svolge diverse funzioni: è uno strumento di punizione del reato, è uno strumento di
inabilitazione del colpevole lo allontana dalla società, è uno strumento di riabilitazione. La
riabilitazione spesso fallisce. Le carceri sono fallimentari in quanto non servono per riabilitare ma
aggravano i problemi dei reclusi rendendoli incapaci di assumere responsabilità sociali normali
secondo Goffman.
Effetti disfunzionali della devianza:
Può portare alla disgregazione della struttura sociale
Le risorse del controllo sociale potrebbero avere impiego più utile
È fonte di ansia
Quando resta impunita indebolisce la disponibilità del altri a conformarsi
Effetti funzionali della devianza:
Serve a mettere in luce le norme sociali e segni i limiti della tolleranza
Mantiene la coesione sociale perché le persone reagendo collettivamente alla devianza
riaffermano valori e norme
È una valvola di sfogo del malcontento sociale
Segnala alcuni difetti dell’organizzazione sociale
Serve come fonte di cambiamento
È un fenomeno socialmente utile o pericoloso a seconda delle circostanze, non è raro e temporaneo
ma un prodotto ineliminabile della struttura sociale.
La disuguaglianza sociale
Esiste quando alcuni individui hanno una posizione di potere, di ricchezza e di prestigio più grande
degli altri. Ha sempre rappresentato motivo di tensione e di conflitto ed è profondamente radicata
nella struttura sociale e si trasmette attraverso le generazioni. La stratificazione sociale è la
distribuzione della popolazione in strati disuguali. Le ideologie sono quell’insieme di idee che
giustificano le disuguaglianze facendole apparire come naturali e come giuste.
La differenziazione avviene a seconda delle caratteristiche chi possiedono gli individui. Le differenze
di status ci sono sempre state in tutte le società e quindi la disuguaglianza è un fenomeno sociale
universale. La disuguaglianza si trasmette. Gli aspetti della nostra esistenza sono strettamente
connessi al posto che assumiamo nella gerarchia sociale.
Sistemi di stratificazione:
Caste e classi sistema di caste è di tipo chiuso, è determinato dalla nascita, gli individui si
possono sposare solo tra di loro (endogamia), lo status è ascritto. Il sistema di classe è di
tipo aperto, lo status dipende dalla posizione economica, non ci sono regole rigide per i
matrimoni (esogamia), lo status è almeno in parte acquisito. Nelle società industriali vi sono
tre classi principali: la classe superiore, la classe media e la classe di operai.
La mobilità sociale passaggio da uno status all’altro. Più c’è mobilità e più è aperto.
Tipologie di mobilità: orizzontale (passaggio da status a status equivalente); verticale (da più
alto a più basso); mobilità intragenerazionale (si realizza nell’ambito di carriera di un
individuo); mobilità intergenerazionale (che riguarda la generazione di una famiglia).
Criterio di appartenenza nei sistemi di classe i confini sono flessibili quindi non tutti
hanno chiara l’idea della propria appartenenza. Marx definisce una classe come l’insieme di
tutti gli individui che hanno gli stessi rapporti nei confronti dei mezzi di produzione. Coloro
che possiedono i mezzi di produzione costituiscono la classe dominante, coloro che
lavorano a servizio costituiscono la classe subordinata. I rapporti tra le classi si
contraddistinguono per essere sempre all’insegna dello sfruttamento e della
disuguaglianza. Max Weber introduce tre criteri distintivi collegati tra loro: lo status politico
(potere), lo status economico (ricchezza) e lo status sociale (prestigio). Come si giustifica la
disuguaglianza nelle società occidentali avanzate? Viene legittimata perché è uno
strumento di competizione che offre incentivi e ricompense, è una competizione vista come
dinamica sociale che muove il cambiamento e che stimola gli individui a raggiungere
determinate mete.
Età e disuguaglianze
Dalla posizione che occupiamo nella struttura di età della società dipendono le nostre capacità
biologiche, le attività che svolgiamo, le relazioni e i rapporti che stabiliamo con gli altri. Gli strati
differiscono per status e ruoli perché connessi a questi status troviamo doveri, diritti e ricompense
diversi a seconda dell’età. Processo di invecchiamento e processo di mutamento delle strutture e
dei ruoli connessi all’età.
Generazione o coorte aggregato di individui che hanno sperimentato lo stesso evento nello
stesso intervallo di tempo.
Anzianità una persona anziana può essere definita in termini biologici, psicologici, sociali,
previdenziali, anagrafici e legali. L’approccio di tipo anagrafico si considera l’età 60-65 anni quando
la persona diventa improduttiva. Gli ultrasettantacinquenni vengono definiti grandi vecchi o quarta
età. La vecchiaia è il lento e irreversibile deterioramento delle condizioni fisiche e psicologiche
dell’individuo. È un processo di natura biologica a cui contribuiscono le interazioni personali, i ruoli
ricoperti, i fattori ambientali, culturali ed economici.
La speranza di vita è aumentata negli ultimi anni.
L’appartenenza ad un determinato gruppo d’età comporta diritti e obblighi ascritti. Il ruolo
dell’anziano ha subito grandi mutamenti; nelle società tradizionali godeva di grande rispetto ed era
considerato come detentore di conoscenza e potere. Nelle società industriali invece l’accesso alla
conoscenza avviene tramite l’istruzione formale e non attraverso l’esperienza dell’anziano. Viene
escluso dal mercato del lavoro, isolato dalla famiglia e spesso soggetto alla segregazione
residenziale.
Secondo l’AGEISM con l’invecchiamento le capacità mentali e fisiche decadono rendendo la persona
incapace di svolgere ruoli significativi per la società. Viene quindi esclusa da qualsiasi forma di
partecipazione sociale importante. L’espulsione dal mercato dal lavoro genera perdita di identità.
Teorie sociologiche sugli anziani:
1. teoria del mutamento sociale l’emarginazione dell’anziano è la conseguenza indiretta delle
trasformazioni della società e della famiglia. È suddivisa in teoria del pensionamento e teoria della
trasformazione della famiglia.
2. teoria della devianza l’anziano non si adatta alle condizioni della società. Suddivisa in teoria
dell’anomia (si trova in uno stato anomico, è frustrato dal non ruolo produttivo ed è portatore di
desideri incontrollabili della società) e in teoria dell’alienazione (il lavoratore diventa alienato a
causa della divisione del lavoro).
3. teorie psicologiche teoria del disimpegno (diventare vecchi comporta ritiro e disimpegno
preparandosi così alla morte che prevede un doppio ritiro). Teoria del disimpegno attivo (l’anziano
ha gli stessi bisogni delle persone adulte e rimarrebbe attivo ma la società lo respinge). Teoria
intermedia (le due teorie coesistono nell’individuo che si adatta alla vecchiaia seguendo entrambi i
meccanismi che interagiscono nella persona che invecchia).
Le diseguaglianze razziali ed etniche
Razza gli individui condividono caratteristiche fisiche
Gruppo etnico i componenti hanno in comune determinati tratti culturali
Nel corso della storia sono sorti pregiudizi, antagonismo, diseguaglianza sociale, guerre e conflitti. Il
concetto di razza è privo di significato. Le differenze somatiche rappresentano il risultato
dell’adattamento dell’individuo all’ambiente in cui i gruppi umani vivevano. In passato si divideva in
caucasici, mongoloidi e negroidi.
L’etnia è un concetto che riguarda i tratti culturali, si parla di religione, consuetudini alimentari,
senso di eredità storica comune. Un gruppo etnico è costituito da un numero di persone che
considerano sé stessi e vengono considerati dagli altri come un’unità culturale. Le differenze
vengono apprese attraverso la cultura.
Minoranza un gruppo di individui che a causa delle loro caratteristiche somatiche e culturali,
sono distinti rispetto agli altri nella società in cui vivono e vengono trattati in modo ineguale
discriminazione collettiva.
I membri soffrono svantaggi, sono vittime di pregiudizi e discriminazioni, abusi.
È un gruppo sociale cosciente con un senso di solidarietà comune
Non vi appartengono per scelta
Si sposano all’interno del gruppo
Può essere un gruppo numericamente maggioritario
Ci sono 6 modelli che caratterizzano i rapporti raziali ed etnici
1. assimilazione il gruppo minoritario viene eliminato per assimilazione del gruppo dominante
2. pluralismo le minoranze hanno forte coscienza della loro identità di gruppo e il gruppo
dominante incoraggia la loro diversità
3. tutela delle minoranzelo Stato interviene istituendo misure che tutelino i loro diritti
4. trasferimento rimozione della minoranza dallo scenario nazionale
5. sottomissione continuata il gruppo dominante vuole mantenere i suoi privilegi e ricorre alla
forza fisica
6. sterminio
Il razzismo si sviluppa a causa della competizione tra gruppi: ci devono essere due gruppi o più
socialmente identificabili, deve esserci una situazione di competizione per delle risorse positive e il
potere deve essere distribuito in modo ineguale.
Prospettiva di conflitto la causa della disuguaglianza è di tipo economico
Il gruppo dominante cerca di legittimare la propria posizione attraverso un’ideologia
Profezia che si autoadempie: definire inferiore una minoranza la rende, di conseguenza, non idonea
a svolgere alcune occupazioni o livelli di istruzione superiore
Pregiudizio atteggiamento nei confronti dei membri di altri gruppi
Discriminazione l’agire ostile verso individui sulla base della loro appartenenza di gruppo
Perché nella gente si sviluppa il pregiudizio?
Lo stereotipo semplifica la realtà, non viene sottoposto alla verifica della realtà
Personalità autoritaria individui più propensi al pregiudizio che hanno atteggiamenti
antintellettuali e antiscientifici
Il capro espiatorio si attribuisce la colpa dei propri mali a gruppi che non possono
opporre resistenza
La proiezioneattribuire caratteristiche ad altri che non vogliono attribuire a sé stessi
2 forme di discriminazione:
De jure o legale: diritti o privilegi
De facto: radicata nei costumi
Le migrazioni
Ci sono cambiamenti nell’ambiente geografico e sociale, la mobilità territoriale è molto comune
nelle nostre società. È un fenomeno che mette in intercomunicazione le culture. Le migrazioni
includono due aspetti interconnessi:
1. emigrazione lasciare un’area culturale per fissarsi altrove
2. immigrazione ingresso in un’area culturale diversa da quella d’origine
Migrazione uno spostamento o movimento relativamente permanente delle persone su una
distanza significante. Comporta un cambiamento del proprio insediamento relativamente duraturo.
Migrazioni esterne e interne rispetto al territorio nazionale, e definitive o temporanee; stagionali o
temporali.
I fattori di espulsione possono essere il ristagno economico, la disoccupazione, le guerre, la
discriminazione politica, abbassamento degli standard di vita, impossibilità di sviluppo o
emancipazione. Sono fattori che spingono all’abbandono di un territorio. Fattore attrattivo:
immaginario positivo riferito alla terra in cui si vuole migrare.
Le cause possono essere economiche, demografiche, politiche, religiose, personali o famigliari.
Integrazione
è un concetto multidimensionale, quindi, risulta complesso da definire. Bisogno tenere conto di due
fattori:
1. l’integrazione strutturale fa riferimento alla dimensione economica e politica e indica il grado con
cui gli stranieri possono partecipare in modo equo con gli altri cittadini alle istituzioni della società
2. l’integrazione socioculturale fa riferimento all’accettazione, alla tutela e al rispetto dei tratti
culturali degli immigrati.
Modelli di integrazione
modello di immigrazione temporanea: gli immigrati ritornano nel loro pare d’origine. Definiti come
“lavoratore ospite”, non c’è una visione di integrazione permanente
modello assimilativo: non si pone il problema della durata nel tempo, l’obiettivo è che si
omologhino rapidamente inserendosi nella società anche sotto il profilo culturale. Meltin pot
calderone etnico; perdere la connotazione culturale e la diversità
modello pluralista/multiculturale: integrazione paritaria, l’inserimento deve avvenire tenendo
conto e accettando le differenze culturali. C’è una valorizzazione delle differenze e delle diversità.
Salad bowl tutte le componenti vengono valorizzate.
Modello implicito o di non policy: modello di tipo reattivo, improntato a rispondere alle emergenze
che considera il migrante come un individuo di passaggio. Adotta anche una logica di tipo
multiculturale basato sulla tolleranza della diversità.
Già alla fine degli anni Novanta, risultava chiaro che ulteriori cambiamenti stavano avvenendo. A
partire dal 2000 quattro elementi contribuiscono ad assottigliare le differenze tra i modelli:
conseguenze sociopolitiche degli attentati terroristici iniziati nel settembre del 2001 negli Stati
Uniti affievolisce la tendenza di accettazione della diversità a causa della paura
Alcune difficoltà in termini di risultati delle politiche pluraliste/multiculturali valorizzando le
differenze e legittimando a mantenere la propria cultura, si può creare conflitto, segregazione,
stereotipi ed esclusione
Il rafforzamento del ruolo e la diffusione di politiche locali, accanto a quelle nazionali
Il ruolo dell’Unione Europea rispetto alle politiche migratorie
Francia modello assimilazionista ma in alcuni contesti locali ha adottato una prospettiva volta
all’integrazione al pluralismo etnico.
La Germania, i Paesi Bassi e la Gran Bretagna a partire dal decennio scorso hanno adottato un
modello assimilazionista all’integrazione civica
In Svezia il modello multiculturale rimane quello dominante
Spagna e Italia hanno adottato un modello integrazionista: basato sull’accoglienza della diversità, c’è
una sorta di retorica interculturale, in ogni caso l’accesso alle prestazioni di welfare permane
diseguale
Questi modelli in realtà sono risultati fallimentari, sia quello assimilazionista che pluralista. Il
modello assimilazionista fallisce perché non riesce a prendere adeguatamente in considerazione i
bisogni specifici. Il modello pluralista/multiculturale fallisce perché il riconoscimento della diversità
diventa un etichettamento a tratti discriminato e stigmatizzato.
il modello temporaneo è oggi debole perché non prevede adeguate forme di gestione della
diversità.
Quindi là dove il modello implicito e il modello neo-assimilazionista si avvicinano a quello
temporaneo sono i modelli che rappresentano maggiori rischi, perché ostacolano la
naturalizzazione degli immigrati e questo presenta dei rischi molto grossi.
Come possiamo articolare l’attività di ricerca? Il metodo scientifico è una procedura con regole,
norme, raccomandazioni. Schema di Wallace.
L’organigramma fa vedere come il processo è circolare ma non si chiude, resta aperto finché non si
arriva e conclusioni definitive e assolute. Attraverso un processo di deduzione logica si formulano
delle ipotesi (serie di interrogativi, disegno di ricerca). Bisogna delimitare spazio e tempo e capire
chi è il target e come lo osservo. Sondaggio con questionario. Campione di tipo probabilistico o non
probabilistico. Questionario strutturato prevede una modalità di risposta chiusa. A questo punto si
possono fare osservazioni, dopodiché si fa un’analisi dei risultati e da ciò che emerge si fanno delle
generalizzazioni empiriche. Si devono poi formare e organizzare concetti e proposizioni e sulla base
di quello che si è osservato in quella realtà si possono confermare e confutare le teorie.
Metodo deduttivo: dalle teorie generali al controllo mediante l’osservazione
Metodo induttivo: dal particolare alle teorie generali
La ricerca empirica è una successione di operazioni che serve per produrre risposte a domande sulla
realtà. Nasce e si sviluppa a partire da domande, bisogni di conoscenza. È possibile individuare 5
livelli che non sono sempre e necessariamente organizzate in sequenza successiva:
1. disegno della ricerca si individuano gli interrogativi che guidano la ricerca, ipotesi. Ci sono ricerche
di tipo esplorativo dove non abbiamo teorie pregresse e ricerche di tipo confermativo dove alle spalle
c’è un bagaglio teorico approfondito.
2. costruzione della base empirica definizione e costruzione della base di informazioni su cui poggia la
ricerca. Raccogliere le informazioni. Chiusura della sua base empirica.
3.organizzazione dei dati le info vengono trasformate in dati. Senza un osservatore che legge le
osservazioni e le colloca all’interno di uno schema interpretativo, i dati non sono ancora dei dati. Quando si
fa un sondaggio si usa la matrice dei dati per organizzare i dati, è di tipo alto e rigido. I questionari vanno
sotto forma di foglio Excel. Livello si divide quindi in due passaggi: costruzione della matrice dei dati e
revisione dei dati e scomposizione del testo e costruzione dello schema interpretativo.
4. analisi dei dati insieme di procedure formali e informali attraverso cui i dati stessi, indipendentemente
dal loro grado di organizzazione, vengono analizzati per stabilire delle affermazioni. Queste procedure non
sono automatiche e impersonali.
5. esposizione dei risultati tre requisiti e ha il compito di: rendere il più trasparente possibile l’itinerario
della ricerca; comunicare i risultati più importanti in sede di analisi; stabilire un raccordo con la letteratura
precedente ed eventualmente suggerire nuove linee di ricerca.
c’è un’interattività tra i tre livelli centrali, mentre il primo e l’ultimo sono rigidi
Ricerca quantitativa:
1. Assenza della matrice dei dati
2. Non ispezionabilità della base empirica
3. Carattere informale delle procedure di analisi dei dati
Le differenze di genere
Sessoattributi dell’uomo e della donna; caratteristiche biologiche
Genere qualità distintive definite culturalmente; caratteristiche sociali
Il modo in cui ci identifichiamo, ci poniamo in relazione agli altri e i ruoli che ci vengono assegnati
sono una costruzione sociale e vengono appresi durante il processo di socializzazione
A livello biologico gli uomini e le donne sono sessualmente dimorfi, presentano differenze chiare e
visibili di carattere anatomico
Ci sono teorie che si sono poste l’obiettivo di spiegare il comportamento maschile e quello
femminile:
1. essenzialismo risaltano il dualismo dei due sessi, le loro diversità. Sono universali, naturali e
immodificabili. Sostenute da studiosi di scienze naturali di sesso maschile. Differenze spesso
ricondotte agli ormoni o anche al cervello (le donne sono meno intelligenti perché hanno il cervello
più piccolo). Un’altra parte sviluppata da femministe che prendono il nome di differenzialiste
sostengono che le capacità superiori siamo attribuite alle donne.
2. costruzionismo le differenze sono costruzioni sociali. Uomini e donne si diventa.
Il genere è una costruzione sociale che variano sotto il profilo culturale. La divisione sessuale del
lavoro è un universale culturale ma certi compiti che in alcune società vengono svolti da uomini in
altri vengono svolti da donne e viceversa. La divisione sessuale del lavoro è dovuta a: gli uomini
hanno maggiore forza fisica, le donne svolgono i compiti che permettono loro di allattare e accudire
i figli, gli uomini svolgono lavori più pericolosi.
L’antropologa Margaret Mead giunse alla conclusione che i caratteri di genere, mascolinità e
femminilità, non sono necessariamente connessi al sesso biologico.
Come varia lo status della donna nello spazio e nel tempo? È un concetto multidimensionale. Non è
mai esistita una società in cui il potere politico fosse in mai delle donne. Nelle società agricole si ha
avuto il massimo grado di subordinazione delle donne con lo sviluppo dell’agricoltura la divisione
sessuale del lavoro si accentua così come il tasso di fecondità. La sfera pubblica viene riservata ai
maschi, mentre la sfera privata alle femmine. Nel corso del Novecento, in molti paesi sviluppati si è
avuta un’inversione di tendenza e negli ultimi decenni queste diseguaglianze sono diminuite.
Il maschilismo è un’ideologia che giustifica una situazione, la fanno apparire come naturale e
accettabile.
il gruppo subordinato tende ad accettare l’ideologia dominante. A partire dagli anni ‘70 si creò un
movimento delle donne ma nonostante i grandi successi ci sono molte donne che hanno idealizzato
l’ideologia del maschilismo.
Lavoro diminuzione delle differenze di genere nella partecipazione al mercato di lavoro. Molte
donne svolgono un lavoro diverso rispetto agli uomini (segregazione occupazionale). Indice di
dissimilarità. La donna è più soggetta a licenziamenti, lavoro in nero.
Politica le donne hanno ottenuto il diritto al voto in Italia nel ’45; Nuova Zelanda 1893; USA 1929.
Genere e salute in media gli uomini vivono meno delle donne per fattori biologici, le donne
corrono meno rischi di malattie cardiache e hanno un sistema immunitario migliore. Per fattori
culturali e sociali: sono diminuite le morti per parto, gli uomini fumano e bevono di più, guidano in
maniera imprudente, usano armi da fuoco.
Sfruttamento e violenze il 50% delle donne lavoratrici è stata oggetto di attenzioni sessuali non
desiderate. Sfruttamento nel mondo della prostituzione e pornografia. Le donne si vergognano e
hanno paura di denunciare questi abusi. Vittime di abusi, rapimenti, pedo prostituzione, traffico
sessuale, mutilazione femminile.
La famiglia
È la più antica e la più importante di tutte le istituzioni e in tutte le società rappresenta l’unità
sociale fondamentale
La prima caratteristica della famiglia è quella di essere un gruppo di individui imparentati fra di loro,
con legami di affetto, di servizio e di ospitalità che vivono sotto lo stesso tetto. La seconda
caratteristica è che i suoi componenti vivono insieme per lunghi periodi di tempo – si richiama
anche che è un gruppo primario. La terza è che gli adulti assumono la responsabilità di tutta la
prole, quindi questo ruolo di accudimento dei componenti deboli della famiglia. La quarta è che i
componenti della famiglia formano un’unità economica, in alcuni casi per la produzione di beni e
servizi, comunque sempre ai fini del consumo di beni e servizi. La famiglia è la prima cellula del
consumo.
Definizione: è un gruppo relativamente stabile di individui legati tra loro da un’ascendenza comune,
dal matrimonio o dall’adozione, che convivono formando un’unità economica ei cui componenti
adulti assumono la responsabilità dei piccoli.
Rappresenta un modello universale secondo il quale gli uomini e le donne instaurano dei legami fra
di loro per massimizzare l’efficienza dell’allevamento dei bambini e dell’attività economica.
Famiglia di orientamento quella in cui sono nati
Famiglia di procreazione quella che creano successivamente
Non vive isolatamente ma si colloca in una rete sociale di congiunti più ampia, la rete parentale. La
parentela è un insieme di individui legati da vincoli di ascendenza comune si adozione o di
matrimonio, conviventi o meno. nelle società moderne l’interazione con i parenti avviene sono con
la cerchia più stretta e in occasioni particolari.
Nelle società occidentali, la parentela è una rete di relazioni che si attiva in particolari situazioni;
non è sempre presente, non possiede beni collettivi, non prende decisioni, non svolge funzioni
permanenti.
Nel modello italiano l’interazione tra genitori e figli è molto frequente.
La famiglia svolge delle funzioni specifiche e fondamentali in tutte le società e tali funzioni
contribuiscono al mantenimento dell’ordine sociale e assicurano la sopravvivenza degli individui:
1. Sostituzione dei componenti: sopravvivenza della società, ricambio generazionale
2. Socializzazione: il contesto primario, vengono trasmessi i valori, le norme, le credenze che fanno
parte della cultura di riferimento
3. Cura e protezione: la famiglia offre ai figli la protezione, l’affetto e allo stesso tempo costituisce
una stabilità economica
4. Collocazione sociale: la nascita contribuisce una posizione stabile nella società, ereditiamo uno
status sociale
secondo la teoria del conflitto, le donne sono state per lungo tempo trattate come delle proprietà
che passavano dai padri ai mariti sino all’attuazione del nuovo diritto di famiglia che hanno posto
coniugi su un piano di parità.
Nelle società industriali avanzate il matrimonio si fonda sull’amore romantico e la scelta del
partener spetta alla persona interessata. Nelle società tradizionali il matrimonio è di tipo economico
o per creare alleanze tra famiglie.
Modelli famigliari:
Forme di matrimonio: monogamia, poligamia, poliginia (l’uomo ha più mogli), poliandria (la
donna ha più mariti)
partner preferenziale: esogamia (partner si sposa al di fuori del gruppo) o endogamia (si
sposa con i membri del gruppo)
forme di famiglia:
-famiglia estesa più di due generazioni appartenenti allo stesso ceppo parentale, il capo è
l’anziano
-famiglia nuclearegenitori e prole
L’ordinamento politico
Le disposizioni di coloro che sono al potere vengono chiamate ordini e la loro emanazione costante
modella e struttura la vita sociale.
Il concetto di potere si collega a Max Weber la capacità che hanno gli individui o gruppi di
influenzare il comportamento degli altri perché agiscano in accordo alle loro esigenze. Questa
capacità può assumere diverse forme: forza fisica, canali subdoli e penetranti. Spesso si ottiene
questo risultato attraverso la propaganda.
Weber distingue potere legittimo: la collettività riconosce quelli che esercitano il potere hanno il
diritto di farlo autorità. Potere illegittimo: coloro che lo esercitano non hanno il diritto di farlo
coercizione.
Autoritàpotere riconosciuto, ampiamente accettato e istituzionalizzato nella società. Tre tipi:
1. autorità tradizionale basata su norme sempre esistite. Leggi ereditarie e richiami alla sanzione
religiosa
2. autorità legale razionale la legge è sovrana e ipoteticamente uguale per tutti
3. autorità carismatica
Lo Stato è un’istituzione politica che monopolizza la sovranità su di un territorio come pure il
legittimo uso della forza entro i suoi confini mentre afferma la propria autorità su tutta la
popolazione che vi abita. Possiede una rappresentanza centrale chiamata governo. Il governo è
composto da un numero relativamente piccolo di persone ed esso coordinalo il complesso polito ed
amministrativo dello Stato, stabilisce la linea politica, dà ordini e impone tasse.
Lo Stato è nato nel Rinascimento ed è giunto al suo pieno sviluppo dopo la Rivoluzione francese.
Stato nazione o Stato moderno è la forma di Stato in Europa ed è caratterizzato da:
Differenziazione: differisce dalla società e la organizza nel suo insieme. Regola i
comportamenti dei cittadini ma ne riconosce e tutela i diritti.
Sovranità: ha il controllo politico di una società, ha la capacità di organizzarla e governarla
con il monopolio della concezione legittima.
Centralizzazione: progressiva omogeneizzazione di regole e forte centralizzazione del potere
politico. Ci sono Stati unitari e Stati federali.
Nazionalità e cittadinanza:
Legittimazione democratica: non esiste Stato moderno che non affermi di essere
democratico.
Le funzioni dello Stato:
Imposizione delle norme
Arbitrato dei conflitti
Programma e direzione
Rapporto con gli altri paesi
Marx
Sistemi coercitivi:
Tirannie: monarchie di legittimità tradizionale dove c’è un despota
Dittature: tipiche del mondo moderno; hanno un controllo assoluto e non c’è ammissione di
gruppi di opposizione.
Stato totalitario: cerca di coprire tutte le aree della società, di tenere sotto il suo controllo e
la sua influenza.
Democrazia governo del popolo. Un modo particolare di organizzare le vita sociale a tutti i livelli
sociali. Consiste in una serie di valori legati al diritto di ogni individuo di partecipare al processo
politico.
Accettazione dell’esistenza di opinioni divergenti e del riconoscimento dei diritti degli altri ad
esistere e organizzarsi politicamente nell’ambito dello stesso sistema comune.
Sistema politico della comunicazione pubblica, le azioni del governo vengono rese pubbliche
Coinvolgimento politico: votare, organizzazioni politiche e forme associative, carica politica.
Voto può essere di tre tipologie:
1. di opinione: da una valutazione del proprio interesse con obiettivo collettivo
2. di appartenenza: testimonia un’identità; classe o confessione religiosa
3. di scambio: un baratto per una questione personale
Storia dei partiti compaiono nella prima metà dell’Ottocento in Inghilterra. Esistono partiti di
notabili, partiti di massa e partiti elettorali.
Welfare state lo stato del benessere
La previdenza sociale può essere definita come un insieme di disposizioni di protezione verso la
vecchiaia, l’invalidità, la disoccupazione, la malattia e gli infortuni.
Pensioni di invalidità, vecchiaia, anzianità, ripartizione e capitalizzazione.
Politiche sanitarie: sistema sanitario nazionale, sistema di assicurazione sociale, sistema sanitario
rivatistico.