Urbino Nel Quattrocento
Urbino Nel Quattrocento
Definita tale da Baldassar Castiglione nel diario del Cortigiano: Il Palazzo Ducale di Urbino è collegato
con l’assetto urbano della città di Urbino.
La costruzione del palazzo Ducale è avviata da Federico da Montefeltro, uno dei più importanti
condottieri e mecenati del Rinascimento italiano. Nel 1444, alla morte del padre Guidantonio,
signore di Urbino, Federico ereditò il ducato.
Da allora, si dedicò a trasformare il suo stato in un importante centro culturale e artistico, invitando
a Urbino i più grandi artisti e intellettuali del Rinascimento, tra cui Piero della Francesca, Leon
Battista Alberti e Francesco Filelfo. La corte di Urbino divenne così uno dei più importanti centri di
irradiazione del Rinascimento italiano, e Federico da Montefeltro fu riconosciuto come uno dei più
raffinati mecenati dell'epoca.
Luciano Laurana
Per la costruzione del palazzo ducale, Federico chiama l’architetto Luciano Laurana, proveniente
dalla Dalmazia e per questo costretto ad avere una patente per lavorare a Urbino: «Maestro Lutiano
ingegnero e capo di tutti li maestri che lavoreranno» «virtù dell’architettura fundata in l’arte
dell’arismetica e della geometria» Inoltre era un abilissimo scultore data la sua provenienza (in
Dalmazia c’erano molti scultori.)
I lavori di costruzione iniziano nel 1468, quando ancora Federico da Montefeltro era un conte al
servizio del papa. Solo nel 1474 il Papa concederà l’emancipazione a Urbino e dichiarerà Federico
duca di Montefeltro.
Le stanze a sinistra già esistevano: il primo nucleo realizzato da Laurana è il cortile, attorno al quale
si sviluppano le stanze che si affacciano sulla facciata dei torricini. La facciata dei torricini è rivolta
verso la strada che va a Roma, per questo non ha la funzione di trasmettere una sensazione di
durezza, ma piuttosto di rappresentanza. Al centro ci sono 4 terrazzi ad arcata (2 bassi più semplici e
2 sopra decorati in pietra, che corrispondevano alle stanze di Federico da Montefeltro). Le finestre
sono a edicola (due paraste che sorreggono una trabeazione).
L’ultima loggia ha paraste scanalate con 6 scanalature (richiami a Brunelleschi), capitelli corinzi.
Le torri ai lati della facciata hanno scale elicoidali che permettono di raggiungere le stanze del
palazzo ducale. Le scale realizzate da Laurana sono l’elemento più innovativo del palazzo: Le scale si
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trovano nel cortile d'onore del palazzo, e collegano il piano terra al piano nobile. Sono costituite da
una struttura in pietra bianca, con gradini in marmo e balaustra in pietra serena.
La scala è completamente libera da supporti centrali, e si regge su una serie di contrafforti laterali.
Inoltre, è costituita da una serie di gradini in marmo di carrara, con forma concava, che visti dall’alto
appaiono come una conchiglia. In terzo luogo, la scala è illuminata da una serie di finestre a forma di
oculo poste sulla balaustra, che creano un gioco di luci e ombre molto suggestivo.
Tra le stanze del Palazzo spicca quella adibita a studiolo di Federico: è interamente rivestito di tarsie
lignee, realizzate con diverse varietà di legni, che raffigurano una serie di scene mitologiche,
allegorie e rappresentazioni della cultura classica. Il soffitto dello Studiolo è a cassettoni dorati, con
le imprese ducali.
Il Cortile d’Onore realizzato dal Laurana ha solo 2 livelli (il terzo è stato aggiunto). Ha pianta
rettangolare, con un lato corto di 5 campate e un lato lungo di 6 campate. È circondato da un portico
a colonne corinzie, che sostiene una trabeazione con archi a tutto sesto. ordine composito,
antiquario. Agli angoli abbiamo paraste che sorreggono una trabeazione all’interno della quale
vengono inserite le arcate su colonne (come nell’ospedale degli innocenti). Nel secondo livello
paraste ribattute agli angoli.
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Realizza le fortezze ai margini del Montefeltro e prosegue il palazzo ducale:
Realizza la facciata che dà sulla piazza, che non viene terminata per la caduta di Federico da
Montefeltro. La facciata ad ali è in bugnato isodomo all’antica e parzialmente ricoperto in marmo. Le
porte a sinistra sono finte, come alcune finestre nel secondo piano.
Realizza uno scalone per il palazzo ducale, posizionando una colonna libera che regge la volta a
crociera, elemento puramente decorativo che verrà ripreso nei secoli successivi.
Realizza inoltre un giardino sopraelevato che non ha aperture verso l’esterno (racchiuso all’interno
di muri). Attraverso il giardino pensile si raccoglie l’acqua piovana tramite un sistema di cisterne
utilizzate nelle tubature.
San Bernardino
Francesco Giorgio Martini realizza un edificio esternamente con aspetto militare (senza ordini
architettonici, ma solo con elementi longilinei orizzontali –ricinti). Internamente ricorda la
decorazione fiorentina.
Il presbiterio ha impianto quadrato e triabsidato, con colonne libere agli angoli. Le finestre
all’interno sono decorate all’antica con timpani e semicerchi. Esternamente le finestre si trovano a
ridosso degli angoli e appaiono asimmetriche: il tutto è un compromesso dato dalla volontà di farle
equidistranti internamente.
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Santa Maria delle Grazie al Calcinaio, Cortona
Mostra delle affinità con San Bernardino
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio è composta da un’unica navata, ai cui lati sorgono
due cappelle a spessore di muro. Negli spazi interni è possibile trovare riferimenti ad Alberti e a
Brunelleschi (nell’utilizzo della pietra serena).
All’incrocio dei bracci spicca la cupola che si trova all’altezza del presbiterio.
Le finestre internamente sono centrate rispetto alle campate, come a San Bernardino.
Gli esterni danno l'impressione di un blocco imponente, con mura poderose fatte per reggere le
volte a botte, che preannunciano la razionalità geometrica evidente negli interni.