Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
10 visualizzazioni

LE MALDIVE

Le Maldive rappresentano un turismo ipertradizionale, concepito come uno spazio paradisiaco e lontano dalla civiltà, con una costruzione culturale europea che le ha rese una meta da sogno. Il turismo nelle Maldive è iniziato negli anni '70, evolvendosi da un'idea di ecoturismo chic a un'offerta di lusso, con resort esclusivi che spesso ignorano la cultura locale. Recentemente, la legge sul turismo ha permesso l'apertura di guest house per diversificare l'offerta turistica e ridistribuire la ricchezza, rispondendo a un cambiamento verso un turismo di massa più accessibile.

Caricato da

Paola Conversa
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
10 visualizzazioni

LE MALDIVE

Le Maldive rappresentano un turismo ipertradizionale, concepito come uno spazio paradisiaco e lontano dalla civiltà, con una costruzione culturale europea che le ha rese una meta da sogno. Il turismo nelle Maldive è iniziato negli anni '70, evolvendosi da un'idea di ecoturismo chic a un'offerta di lusso, con resort esclusivi che spesso ignorano la cultura locale. Recentemente, la legge sul turismo ha permesso l'apertura di guest house per diversificare l'offerta turistica e ridistribuire la ricchezza, rispondendo a un cambiamento verso un turismo di massa più accessibile.

Caricato da

Paola Conversa
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 17

MOD9VID1

Le Maldive
Dedicheremo ora uno spazio ad un tipo di turismo IPERTRADIZIONALE.

Le Maldive sono un caso (da un certo punto di vista) estremo, perché è un


luogo bello, costoso, non facilmente raggiungibile però rappresentano una
meta sognata da parte di tutti, questo perché rappresentano lo spazio
altro, lo spazio dell’alterità. Sono state costruite nel tempo,
nell’immaginario turistico, come spazio altro, spazio paradisiaco e di
alterità assoluta che ci lascia immaginare una vacanza perfetta.

L’idea che viene spesso associata alle Maldive, posto bellissimo, è quella di
spazio turistico perfetto: lontane, separate dalla terra ferma, complicate da
raggiungere, opposte all’idea di cultura e di civiltà (è un paradiso
naturale). Quindi: altro perché esotico, orientale all’occidentale, naturale
rispetto all’urbano…..e soprattutto questa idea di spazio disabitato
rispetto invece ai luoghi di nostra provenienza.

Le Maldive entrano in questo trend abbastanza recentemente, come


vedremo il turismo nelle Maldive nasce negli Anni Settanta (turismo
quindi abbastanza recente rispetto alle forme del Grand Tour o altro); però
dietro le Maldive c’è tutta una costruzione culturale europea
antichissima che identifica nell’isola lo spazio altro (assoluto e perfetto) per
i RITI INIZIATICI e per il TURISMO. Ricordiamo che prima delle Maldive
sono stati inventati i Caraibi, le Bahamas: tutta una serie di spazi turistici
di lusso e di massa.

Prima: ad esempio nell’isola di Circe, l’eroe si trova catapultato in una


dimensione altra (che può essere pericolosa) che lo trasforma; molto spesso
(come l’isola di Circe) questi luoghi altri hanno anche una forte

1
connotazione sessuale in cui si può trovare la Sirena o la Maga pericolosa
che però alla fine cede al fascino del guerriero greco.

Arrivando alla modernità c’è tutto un immaginario culturale legato


all’epoca coloniale, in cui gli europei hanno incominciato a muoversi in
grandi numeri verso le parti più lontane del mondo per “potare la civiltà”;
con questo meccanismo politico e psicologico- culturale etnocentrico,
dove noi siamo i civilizzatori e portiamo la civiltà in un mondo primitivo (o
comunque con delle forme di cultura inferiore alla nostra) che dunque è
giusto distruggere o sostituire.

È proprio in EPOCA COLONIALE che i grandi esploratori europei


(prettamente inglesi) e tutte le altre potenze coloniali cominciano a
conoscere questo mondo così diverso delle isole tropicali (es.le isole della
Polinesia) che immediatamente appaiono come mondi completamente
incomparabili con il nostro. Erano realtà generalmente senza costruzioni,
senza civiltà monumentali, con una vita apparentemente molto semplice, in
cui quindi si comincia a formare quella doppia idea di SPAZIO PRIMITIVO
(coerente con la nostra idea etnocentrica di superiorità occidentale), ma
anche di SPAZIO NON ROVINATO dalla modernità e dalla civilizzazione,
uno spazio insomma ancora da creare, quindi più vicino all’idea di
Paradiso Terrestre (che è l’inizio, lo spazio perfetto creato da Dio prima
che l’umanità cominciasse a svilupparsi, costruendo e rovinando il pianeta
con gli aspetti negativi della civiltà, come le guerre, la povertà, la fame…)

Se pensiamo a romanzi tipo <<L’isola del tesoro>> o Robinson Cruise,


vediamo che è tra Settecento e Ottocento si forma questa idea dell’isola
come spazio perfetto, magico, avventuroso e iniziatico 9:00

Il turismo moderno ha rimodellato molti di questi spazi (come ad es. le


Maldive) per rispondere a questa nostra idea antichissima di spazio perfetto
e questa nostra idea moderna di vacanza come esperienza in uno spazio

2
naturale e paradisiaco (la costruzione del Paradiso come spazio ludico).
Ovviamente etra la costruzione ideologica/turistica e la realtà c’è poi una
differenza: comunque le Maldive (come ogni parte del pianeta) hanno una
cultura e civiltà propria, anche se non di tipo monumentale in quanto le
Maldive apparentemete non hanno dato origine a civiltà complesse che
hanno creato Piramidi, grandi Templi….però sono abitate da secoli.

Il paradosso delle Maldive è che questa nostra idea di spazio turistico


perfetto in qualche modo confligge con la realtà di uno spazio abitato che ha
una sua cultura, una sua storia, una sua civiltà; di fatti, di solito, nella
costruzione collettiva dell’immagine turistica delle Maldive, questa
realtà insulare quotidiana e umana NON ESISTE! La nostra immagine
culturale delle Maldive va verso la spiaggia bianca, i pesci, le palme….
quindi è un’immagine collegata alla nostra attività culturalizzatrice: i
bellissimi RESORT, le WATER VILLAS (Bungalow stupendi posti sull’acqua
con palafitte). Tutto ciò lo abbiamo portato noi con il turismo, tutto ciò che è
proprio delle Maldive, PRETURISTICO, oppure ATURISTICO stranamente
non rientra nella nostra immagine, a differenza di ci che accade per altre
destinazioni (Cuba, Isole dei Caraibi) in cui pensiamo invece alla musica,
alle danze locali, alla bellezza delle donne, alla vistosità dei loro
Carnevali….insomma l’immaginario collettivo è costruito in maniera diversa,
include anche la cultura locale.

Delle Maldive noi invece abbiamo un’idea purificata, in cui abbiamo uno
spazio turistico perfetto perché non ha la comunità locale.

3
Naturalmente sulle isole ci sono degli abitanti. Le Maldive, da secoli,
hanno una cultura di tipo islamico (con relative feste) e questa si incrocia
con antiche tradizioni animistiche preislamiche (nella Side vediamo una
festa del calendario islamico, però con persone travestite da demoni della
foresta). Questa realtà culturale maldiviana, in qualche modo
ancora sfugge allo sguardo turistico, eppure la cultura
locale è estremamente interessante e vivace, anche con le sue
feste di iniziazione/passaggio all’età adulta per i bambini
in cui viene messa in scena una grande caccia al tonno (fatti
di palma intrecciata)

Qua e là, cominciamo a vedere anche alle Maldive delle forme


di TURISTICIZZAZIONE della cultura tradizionale; su qualche Atollo
Resort stanno incominciando ad apparire dei centri culturali (CULTURAL
CENTER) che sono delle specie di HERITAGE VILLAGE, però pensati come
attrazioni turistiche dentro o contigue ai Resort: tu offri al turista, che
viene a cercarsi la vacanza perfetta, anche una piccola esperienza di
cultura locale, con feste e altre forme stereotipate da TOURISTE GAZE
sulla cultura locale. Questo consente al turista di conoscere la cultura
locale, evitando però di entrare in contatto diretto con la comunità locale
(che potrebbe anche metterlo in difficoltà o restare spaventato dal contatto
diretto senza filtri). Il turista ha piacere di entrare in contatto con la
comunità locale perché questo dà autenticità alla sua vacanza, quindi i
proprietari del Resort creano feste, danze, spettacoli folklorici, mettono
insomma in scena qualcosa che dà al turista l’impressione di avere un
contatto autentico con la cultura locale, ma in realtà si tratta di
AUTENTICITA’ RAPPRESENTATA. Aggiungiamo anche che l’immagine
maldiviana (legata alla sua natura) creata in questi 40 anni è talmente forte
che in qualche maniera basta, anzi spesso evita i problemi legati al contatto
con una comunità altra.

4
▪ Anche questa è una caratteristica che differenzia le Maldive da altri
luoghi (Caraibi, Brasile): si tende a non vedere la comunità locale e
l’idea di autenticità ci proviene dall’immersione totale nella
natura e bellezza del paesaggio.

Turismo abbastanza recente


Anni Settanta: I primi visitatori
sono stati essenzialmente italiani e
francesi; era inizialmente un
“turismo non per tutti” vista la
distanza e i costi di quel periodo;
non c’erano grandi strutture
recettive, quindi i primi turisti
furono giovani amanti della natura,
una forma di ecoturismo chic (in
Italia sono gli anni della controcultura e della cultura Hippy). Le Maldive
iniziano a costruirsi come destinazione turistica come una sorta di vacanza
alternativa, proprio per il suo essere uno spazio complicato, difficile da
raggiungere, molto diverso dagli altri posti e non ancora turisticizzato (non
contaminato dal turismo come, ad esempio, le Bahamas). In quel periodo,
non avere l’acqua calda in camera o il condizionatore faceva fascino.

Le cose sono cambiate rapidamente e si sono rapidamente connotate


come uno spazio esclusivo e poi come uno spazio di lusso; questi Resort
semplici sono diventati di lusso in cui la semplicità è diventata un
elemento di marketing (veniva messa in scena). Il risultato è una vacanza
costosissima in uno spazio che può sembrare una capanna (ma
internamente contiene tutti i confort).

Attualmente i Resort sono più di 150 con un afflusso importante di turisti,


che gravano su un arcipelago con 340.000 abitanti circa, tendenzialmente
tutti concentrati sull’isola capitale Malè.

5
Vi è poi un sistema di atolli più o meno disabitati, con tantissime isole che
magari hanno 1000 o 500 abitanti; vi sono poi centinaia di isole disabitate o
isole riservate agli alberghi

Quindi: comunità locale minuscola e tutta concentrata sull’isola capitale,


poi 1400,00 turisti distribuiti nell’anno (in realtà concentrati nella
stagione turistica in cui non piove, ossia in inverno allargato).

✿ Dicevamo che inizialmente alle Maldive vi era un turismo italiano,


tedesco e francese; un turismo d’élite borghese però impegnata, fatto
di persone interessate all’ecoturismo…
✿ Gradualmente si è trasformato in un turismo chic e di lusso praticato
tendenzialmente da europei ricchi: italiani, francesi, tedeschi, inglesi in
cima alla lista, mentre gli americani avevano (e hanno) tutta una serie di
altre destinazioni di vacanza paradisiaca tropicale/vacanza di lusso (Fiji,
tutta l’area che gravita attorno all’Australia, Polinesia, Hawaii,
Bahamas…)
✿ Qualche anno fa sono iniziati ad arrivare i Cinesi e da una decina d’anni
costituiscono il primo gruppo di turisti alle Maldive (più di 300.000 cinesi
all’anno, contro gli 80.000 italiani); questo ci ricorda che ormai vi è una
classe media cinese, danarosa, pronta a spendere che ha costruito l’idea
di vacanza come gli occidentali. Però i cinesi non hanno una esperienza
turistica alle spalle (a differenza del cittadino medio occidentale più o
meno abbiente); arrivano alle Maldive molti cinesi che non hanno mai
visto il mare!

6
✿ Per capire il turismo alle
Maldive è importante questo: le
Maldive, dal 1983 (quindi
soltanto una decina d’anni dopo
l’avvio del turismo), hanno
definito una specifica politica;
quando il turismo ha
cominciato a crescere,
diventando la prima fonte di
ricchezza, hanno formalizzato ciò che era già un dato di fatto, ossia una
divisione tra le isole abitate dalla comunità locale e le isole dedicate
esclusivamente al turismo. Inizialmente i Resort furono costruiti da
occidentali, in seguito in cooperazione con maldiviani; venivano scelte
isole disabitate per avere uno spazio bello, controllabile e da plasmare nel
migliore dei modi. Quando i numeri sono cominciati a salire, si è deciso
di definire questa precisa politica: One Island One resort.
L’isola diventa spazio turistico perfetto (perché non ha comunità
locale); abbiamo quindi un arcipelago fatto di piccole isole (con foresta
all’interno), barriera corallina che circoscrive e protegge lo spazio.
Inizialmente le camere erano sull’isola, da un po’ di anni vediamo questo
fenomeno della WATER VILLAGE (la camera è autonoma, posta su
palafitte). Questo aumenta lo spazio sfruttabile dell’isola, rendendo
ancora più altra l’esperienza (una sorta di alterità nell’alterità).
Il Sito web ufficiale turistico maldiviano assicura una vacanza
indisturbata, vivrai un sogno, insiste sulla privacy e sulla sicurezza, ma
soprattutto evidenzia che “non ci sarà gente non invitata”, quindi
evidenzia un’esclusività di carattere sociale (in primis riferita ai
maldiviani, con la loro vita quotidiana e il loro credo religioso, ma anche

7
riferita agli altri occidentali di classe sociale inferiore). Questo evita
problemi su due versanti:
• pericoli oggettivi
• sensi di colpa legati alla riflessione sulla povertà vissuta oltre il
Resort, rendendo l’esperienza ludica più faticosa (questo non lo
vuole né il turista né chi gestisce lo spazio turistico)
 Bisogna comunque sottolineare che, nel caso specifico delle Maldive,
sono proprio i Resort a offrire tanti posti di lavoro ai maldiviani, i quali
quindi non vivono in povertà assoluta. In altri luoghi, invece, fori dal
Resort c’è la povertà assoluta.

LEGGE SUL TURISMO


Qualche anno fa le Maldive hanno modificato la propria legge sul turismo,
permettendo alle isole abitate di aprire delle GUEST HOUSES (leggi ghès
aus), ossia degli “alberghetti”, Bed & Breakfast….con l’idea di ridistribuire
un po’ meglio la ricchezza, anche per evitare scontri sociali/rivolta politica
all’interno del Paese (contro le poche famiglie proprietarie dei Resort). Da
qualche anno vediamo questa nuova realtà, anche perché il turismo nel
frattempo è cambiato, passando da turismo di lusso a turismo di massa
(anche se sempre costoso), coerentemente con l’aumento del turismo
occidentale e la standardizzazione del lusso.

▪ Lo vediamo anche nelle nostre città: il lusso vero si è spostato, ora c’è
una fascia di lusso inarrivabile e poi c’è una fascia di lusso più
“abbordabile” (es. c’è l’abito Armani da 15.000 euro e quello da 1.000
euro)

Per tutti gli Anni Novanta e fino agli Anni Duemila il turismo alle
Maldive era molto costoso e d’élite, poi si è allargata questa fascia di
fruitori delle Maldive, nel contempo si è abbassata la fascia sociale dei
fruitori. All’interno dell’arcipelago abbiamo alcuni Resort molto più costosi
(tipo 40.000 euro a notte!), ma anche Resort più “abbordabili”: i gestori dei

8
Resort, in effetti, si sono resi conto che i clienti che possono permettersi
l’alto lusso stanno puntando anche a altre destinazioni.

Lo stesso motivo ha contribuito alla concessione dell’apertura di piccoli


alberghi nelle isole abitate, con diversi problemi legati al contatto con la
comunità locale. Ad esempio è facile che vengano “sdoppiati” i prezzi
riservati ai turisti e ai locali, sempreché alla fine non avvenga un aumento
di prezzo anche per i locali (in effetti il turista porta molta più circolazione di
denaro e tutti cercano di ricavare qualcosa). Questo ci fa riflettere sul
fatto che è sempre complicato inserire il turismo laddove non sono
abituati a riceverlo. Basti pensare all’esposizione dei nostri corpi quando
prendiamo il sole (esito di uno sviluppo storico faticoso), ma ricordiamoci
che siamo in un contesto islamico!

MOD9VID2

Abbiamo parlato di isole Resort, vediamone una: l’ISOLA RESORT è uno


spazio turistico (costruito per essere turistico e perfetto), ma la sua forza
turistica è quella di NON sembrare turistico! Viene infatti costruito in base a
un principio di AUTENTICITA’ RAPPRESENTATA, deve infatti apparire
naturale e selvaggio. Possiamo però notare che non ci sono le foglie per
terra (ci sono delle persone che le
raccolgono al mattino presto); le piante
spesso vengono selezionate (alcune
volte anche riposizionate) con l’ottica di
creare un effetto spazio tropicale. Lo
spazio naturale deve appagare il
visitatore, ma non spaventarlo; vengono
eliminate le zanzare (che possono
trasmettere tutta una serie di malattie tropicali), gli animali pericolosi, tutto
ciò che può essere “disordine”. Stiamo dunque parlando di uno spazio
artificiale di lusso: il lusso è un carattere distintivo delle Maldive!

9
Per i discorsi già fatti prima, generalmente non si vede la gente che
lavora (svolgono i lavori al mattino presto oppure la sera); per la loro
cultura islamica, i locali non possono dormire a contatto con i turisti
occidentali/cinesi (per evitare di creare commistione con gli “infedeli”)
quindi di solito dormono sulle proprie isole (le donne tassativamente non
possono dormire sull’isola Resort). Esiste però una comunità di lavoratori
“notturni” non musulmani (di solito induisti), o comunque non maldiviani,
di solito provenienti dal Bangladesh, India, Sri Lanka (leggi Scri Lanka);
questi lavoratori, che dormono sulle isole Resort, vengono oltremodo
sfruttati, viene loro ritirato il passaporto, possono rientrare in famiglia solo
una volta all’anno (nei casi più fortunati).

Soprattutto negli ultimi anni, alla Maldive c’è stata una svolta
islamizzante per cui non gradiscono espressioni religiose non musulmane;
sull’isola di solito vi è una piccola Moschea (per turisti e lavoratori
musulmani), ma non vi è spazio per altre religioni (i simboli religiosi sono
vietati in maniera rigida), soprattutto per i lavoratori.

Il punto di forza (o il punto di


debolezza?) delle Maldive è
proprio questo: l’incrocio tra la
cultura del turismo
internazionale e la cultura
locale, in un contesto che da
alcuni anni sta riscoprendo la
cultura islamica; la convivenza
è difficile ma funzione perché
nessuno vuole mettere in
difficoltà il turismo, principale
fonte di guadagno assieme alla lavorazione del pesce (buona parte del tonno
che mangiamo proviene dalle Maldive).

10
Soprattutto negli ultimi anni, le Maldive si sono connotate come spazio
benessere, compensando così la crisi generale di un certo tipo di
turismo: hanno inventato tutta una serie di ATTRAZIONI per i Resort,
essenzialmente rotanti attorno alle SPA e ai Centri Benessere (come
massaggi, profumi…), quindi tutto un certo tipo di cultura del
corpo/sensoriale/emozionale (che come sappiamo nel turismo occidentale
è un trend in crescita). Le Maldive si sono specializzate nelle SPA, si
possono trovare anche massaggi tematizzati (come il “massaggio sabbia
maldiviana”). Questo è il caso di utilizzo dello STORYTELLING LOCALE con
fini commerciali: la sabbia diventa l’elemento che tematizza e crea
l’alterità. 80 dollari.

Il linguaggio turistico, il marketing, è assolutamente GLOBALE: in


realtà alle Maldive facciamo un tipo di turismo che potremmo fare quasi
ovunque (anche se, naturalmente, alle Maldive ci sono delle connotazioni
specifiche), infatti risponde a una costruzione occidentale del
turismo/modo di spendere il tempo e divertirsi, risulta quindi simile ad
altri Resort a New York, Londra etcc… C’è una GLOBALIZZAZIONE
dell’immaginario e dello spazio turistico.

2011-2012: IL COLPO DI STATO

Questo è stato un momento molto delicato, che ha deposto un Presidente


giovane e democratico, interessato alla sostenibilità ambientale (voleva
avviare anche programmi di ecoturismo); egli fece l’errore di mettere in
dubbio, contestandolo, il potere e la ricchezza di alcune famiglie, ossia
dell’oligarchia politica maldiviana che è anche un’oligarchia economica.
Il giovane Presidente democratico, che si sostituiva a anni di dittatura, ha
fatto sentire in pericolo l’oligarchia precedente e lo ha fatto cadere; per
giustificare il colpo di stato, questa oligarchia ha utilizzato la cultura
islamica, accusando il Presidente di essere filo-occidentale (non è un
buon musulmano….beve birra….ha permesso che gli occidentali ci

11
portassero via le nostre isole), in un contesto di crescente opposizione al
turismo e al comportamento degli occidentali.

In questa ondata islamista, c’è stata anche una riscoperta eccessiva dei
valori islamici: forme di maschilismo e atteggiamento violento contro
le donne, moralismo verso le donne che mostrano il loro corpo.

Alle Maldive c’è un grosso problema di droga, tipico delle comunità dove
circola denaro (creato appunto dal turismo), dove però non hai modo di
spenderlo. Qualcuno si droga per divertirsi, altri per contestare il sistema,
altri anche come status symbol.

In questa ondata islamista (legata al colpo di stato del 2012 e estremizzata


ad hoc, infatti le Maldive non erano un arcipelago di estremisti islamici) ci
sono stati atteggiamenti antioccidentali; come prima cosa hanno proibito
le SPA e i CENTRI BENESSERE delle isole, con l’intento di combattere la
decadenza occidentale e i loro comportamenti
irrispettosi. Questa disapprovazione delle SPA
e dei CENTRI BENESSERE proposta dal
governo maldiviano, significa che in realtà il
governo disapprova i turisti non musulmani.

Il nuovo Presidente, una volta ottenuto ciò


che voleva con il colpo di stato, ha tranquillizzato il partito islamista e poi
ha riaperto le SPA, proprio per evitare di danneggiare l’immagine turistica;
dopo tutto, per tenere alta la CURVA TURISTICA, rende necessario inserire
delle novità: da un lato l’altissima qualità del TURISMO SUBAQUEO
(probabilmente il migliore al mondo: spazio bellissimo, con strutture molto
professionali), dall’altro lato le SPA.

12
Diversità con altri luoghi
A Cuba, ai Caraibi, vi è invece piena libertà sessuale e una prostituzione
sotto mentite spoglia di gentilezza locale.

Giunge un messaggino dalle Isole Barbados (Caraibi): davanti alla crisi del
turismo politico alle Maldive, hanno invitato i turisti a una tranquilla
vacanza senza frustare le donne, anche portando la Bibbia, con sesso libero
anche al di fuori del matrimonio.

Le Maldive stanno per sparire


L’innalzamento delle acque (conseguenza del riscaldamento globale)

potrebbe, da qui a 30-40 anni, far sparire le Maldive, di conseguenza gli

abitanti dovrebbero trovare il modo di chiedere aiuto proprio agli

occidentali, invece perdono tempo a contestare il turismo occidentale.

Tematizzazione della cultura locale

Ovviamente quello che noi vediamo nei Resort maldiviani non è diverso da
quello che vediamo in tutto il sistema turistico globale, infatti la
TEMATIZZAZIONE anche qui struttura l’esperienza turistica, proprio
perché serve a CULTURALIZZARE un’esperienza di consumo (quale il
turismo è). Questo è il solito modo rendere più interessante lo spazio per
vendere di più: dal souvenir, al pasto al ristorante, all’attrazione.

La TEMATIZZAZIONE serve anche per diversificare un Resort dall’altro;


nella nostra cultura occidentale consumistica, il cambiamento/novità è
un punto fondamentale e conferisce attrattiva (motivo per cui i locali
cambiano spesso immagine), mentre ciò che non cambia è vecchio.

13
La tematizzazione sulla cultura locale fa sì che questa non faccia paura,
proprio perché è tematizzata, cristallizzata sullo sguardo turistico.

Come in altri luoghi, alle Maldive viene tematizzata la cultura locale in


chiave turistica: un esempio è la tematizzazione ispirata alla cultura
marinara delle Maldive basata
su queste tipiche barche
(Dhoni), che sono quelle con cui il
turista fa la sua vacanza.
Esattamente come la Gondola
veneziana, questi Dhoni sono
un’icona delle Maldive, allora la
barca diventa il bancone del
ristorante/bar, il mobile
espositore, il souvenir etcc…

Questo tipo di meccanismo noi lo troviamo dappertutto! A migliaia di


Km di distanza, all’interno di esperienze turistiche diversissime, alla
fine il modello di consumo è lo stesso….ed è questa la
GLOBALIZZAZIONE! Il linguaggio è sempre quello della
TEMATIZZAZIONE….

14
Come vediamo c’è una profonda tematizzazione sulla cultura locale.
Qui a fianco abbiamo
un bar con un Dhoni
che funge da
copertura.

Questa è una camera d’albergo,


più nel dettaglio una WATER
VILLAS a forma di Dhoni
Bisogna dire che il Resort non
fa parte della cultura locale
maldiviana, quindi
l’architettura standard del
Resort maldiviano si ispira
ad altri spazi (es cultura
balinese). Dopo tutto, alle
Maldive non c’era il turismo nel Settecento/Ottocento, non c’era neanche
una civiltà architettonica con palazzi, ville etcc…. Insomma, non hanno
potuto fare un Resort in stile greco antico come potrebbero fare in Grecia.
La tematizzazione delle Maldive è stata necessariamente ALLOGENA (viene
da fuori). I Resort sono in stile Balinese da tanti anni, tant’è che ormai
quello viene considerato anche lo stile tipico maldiviano.

Alle Maldive esiste anche una TEMATIZZAZIONE SULL’ESOTICO:


Robinson Crusoe è una delle basi dell’idea occidentale di spazio altro (il
profugo, il naufrago…) e questo diventa una buona tematizzazione per far

15
pensare di essere in uno spazio
estremo e selvaggio e non in uno
spazio seriale; quindi si
TEMATIZZA il Resort su
Robinson Crusoe (leggi Crùsue).
A ogni ospite viene regalata una
copia del romanzo.

Qui vi è un maggiordomo “privato”


soprannominato Mr. Venerdì
(divertente ma razzista come cosa!)

In questa tematizzazione del naufragio (che vuol dire anche paura,


pericolo, scoperta) il contesto è assolutamente sicuro, è solo una
messinscena.

Una delle TEMATIZZAZIONI più forti e


interessanti è legata al MONDO
SOTTOMARINO: le Maldive ormai si
propongono come uno spazio Diving
(leggi Daiving) e quindi ci sono tutta
una serie di attrattive subacquee, qui
vediamo dei RISTORANTI SUBAQUEI
posizionato sul fondale

16
Non basta più la SPA, ma serve aggiungere qualcos’altro di sempre più
lussuoso, che differenzi le Maldive da un sistema turistico globale in cui
le SPA si trovano ormai dappertutto. Qui vediamo una SPA sott’acqua.

Discoteca subacquea

17

Potrebbero piacerti anche