LE MALDIVE
LE MALDIVE
Le Maldive
Dedicheremo ora uno spazio ad un tipo di turismo IPERTRADIZIONALE.
L’idea che viene spesso associata alle Maldive, posto bellissimo, è quella di
spazio turistico perfetto: lontane, separate dalla terra ferma, complicate da
raggiungere, opposte all’idea di cultura e di civiltà (è un paradiso
naturale). Quindi: altro perché esotico, orientale all’occidentale, naturale
rispetto all’urbano…..e soprattutto questa idea di spazio disabitato
rispetto invece ai luoghi di nostra provenienza.
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connotazione sessuale in cui si può trovare la Sirena o la Maga pericolosa
che però alla fine cede al fascino del guerriero greco.
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naturale e paradisiaco (la costruzione del Paradiso come spazio ludico).
Ovviamente etra la costruzione ideologica/turistica e la realtà c’è poi una
differenza: comunque le Maldive (come ogni parte del pianeta) hanno una
cultura e civiltà propria, anche se non di tipo monumentale in quanto le
Maldive apparentemete non hanno dato origine a civiltà complesse che
hanno creato Piramidi, grandi Templi….però sono abitate da secoli.
Delle Maldive noi invece abbiamo un’idea purificata, in cui abbiamo uno
spazio turistico perfetto perché non ha la comunità locale.
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Naturalmente sulle isole ci sono degli abitanti. Le Maldive, da secoli,
hanno una cultura di tipo islamico (con relative feste) e questa si incrocia
con antiche tradizioni animistiche preislamiche (nella Side vediamo una
festa del calendario islamico, però con persone travestite da demoni della
foresta). Questa realtà culturale maldiviana, in qualche modo
ancora sfugge allo sguardo turistico, eppure la cultura
locale è estremamente interessante e vivace, anche con le sue
feste di iniziazione/passaggio all’età adulta per i bambini
in cui viene messa in scena una grande caccia al tonno (fatti
di palma intrecciata)
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▪ Anche questa è una caratteristica che differenzia le Maldive da altri
luoghi (Caraibi, Brasile): si tende a non vedere la comunità locale e
l’idea di autenticità ci proviene dall’immersione totale nella
natura e bellezza del paesaggio.
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Vi è poi un sistema di atolli più o meno disabitati, con tantissime isole che
magari hanno 1000 o 500 abitanti; vi sono poi centinaia di isole disabitate o
isole riservate agli alberghi
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✿ Per capire il turismo alle
Maldive è importante questo: le
Maldive, dal 1983 (quindi
soltanto una decina d’anni dopo
l’avvio del turismo), hanno
definito una specifica politica;
quando il turismo ha
cominciato a crescere,
diventando la prima fonte di
ricchezza, hanno formalizzato ciò che era già un dato di fatto, ossia una
divisione tra le isole abitate dalla comunità locale e le isole dedicate
esclusivamente al turismo. Inizialmente i Resort furono costruiti da
occidentali, in seguito in cooperazione con maldiviani; venivano scelte
isole disabitate per avere uno spazio bello, controllabile e da plasmare nel
migliore dei modi. Quando i numeri sono cominciati a salire, si è deciso
di definire questa precisa politica: One Island One resort.
L’isola diventa spazio turistico perfetto (perché non ha comunità
locale); abbiamo quindi un arcipelago fatto di piccole isole (con foresta
all’interno), barriera corallina che circoscrive e protegge lo spazio.
Inizialmente le camere erano sull’isola, da un po’ di anni vediamo questo
fenomeno della WATER VILLAGE (la camera è autonoma, posta su
palafitte). Questo aumenta lo spazio sfruttabile dell’isola, rendendo
ancora più altra l’esperienza (una sorta di alterità nell’alterità).
Il Sito web ufficiale turistico maldiviano assicura una vacanza
indisturbata, vivrai un sogno, insiste sulla privacy e sulla sicurezza, ma
soprattutto evidenzia che “non ci sarà gente non invitata”, quindi
evidenzia un’esclusività di carattere sociale (in primis riferita ai
maldiviani, con la loro vita quotidiana e il loro credo religioso, ma anche
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riferita agli altri occidentali di classe sociale inferiore). Questo evita
problemi su due versanti:
• pericoli oggettivi
• sensi di colpa legati alla riflessione sulla povertà vissuta oltre il
Resort, rendendo l’esperienza ludica più faticosa (questo non lo
vuole né il turista né chi gestisce lo spazio turistico)
Bisogna comunque sottolineare che, nel caso specifico delle Maldive,
sono proprio i Resort a offrire tanti posti di lavoro ai maldiviani, i quali
quindi non vivono in povertà assoluta. In altri luoghi, invece, fori dal
Resort c’è la povertà assoluta.
▪ Lo vediamo anche nelle nostre città: il lusso vero si è spostato, ora c’è
una fascia di lusso inarrivabile e poi c’è una fascia di lusso più
“abbordabile” (es. c’è l’abito Armani da 15.000 euro e quello da 1.000
euro)
Per tutti gli Anni Novanta e fino agli Anni Duemila il turismo alle
Maldive era molto costoso e d’élite, poi si è allargata questa fascia di
fruitori delle Maldive, nel contempo si è abbassata la fascia sociale dei
fruitori. All’interno dell’arcipelago abbiamo alcuni Resort molto più costosi
(tipo 40.000 euro a notte!), ma anche Resort più “abbordabili”: i gestori dei
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Resort, in effetti, si sono resi conto che i clienti che possono permettersi
l’alto lusso stanno puntando anche a altre destinazioni.
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Per i discorsi già fatti prima, generalmente non si vede la gente che
lavora (svolgono i lavori al mattino presto oppure la sera); per la loro
cultura islamica, i locali non possono dormire a contatto con i turisti
occidentali/cinesi (per evitare di creare commistione con gli “infedeli”)
quindi di solito dormono sulle proprie isole (le donne tassativamente non
possono dormire sull’isola Resort). Esiste però una comunità di lavoratori
“notturni” non musulmani (di solito induisti), o comunque non maldiviani,
di solito provenienti dal Bangladesh, India, Sri Lanka (leggi Scri Lanka);
questi lavoratori, che dormono sulle isole Resort, vengono oltremodo
sfruttati, viene loro ritirato il passaporto, possono rientrare in famiglia solo
una volta all’anno (nei casi più fortunati).
Soprattutto negli ultimi anni, alla Maldive c’è stata una svolta
islamizzante per cui non gradiscono espressioni religiose non musulmane;
sull’isola di solito vi è una piccola Moschea (per turisti e lavoratori
musulmani), ma non vi è spazio per altre religioni (i simboli religiosi sono
vietati in maniera rigida), soprattutto per i lavoratori.
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Soprattutto negli ultimi anni, le Maldive si sono connotate come spazio
benessere, compensando così la crisi generale di un certo tipo di
turismo: hanno inventato tutta una serie di ATTRAZIONI per i Resort,
essenzialmente rotanti attorno alle SPA e ai Centri Benessere (come
massaggi, profumi…), quindi tutto un certo tipo di cultura del
corpo/sensoriale/emozionale (che come sappiamo nel turismo occidentale
è un trend in crescita). Le Maldive si sono specializzate nelle SPA, si
possono trovare anche massaggi tematizzati (come il “massaggio sabbia
maldiviana”). Questo è il caso di utilizzo dello STORYTELLING LOCALE con
fini commerciali: la sabbia diventa l’elemento che tematizza e crea
l’alterità. 80 dollari.
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portassero via le nostre isole), in un contesto di crescente opposizione al
turismo e al comportamento degli occidentali.
In questa ondata islamista, c’è stata anche una riscoperta eccessiva dei
valori islamici: forme di maschilismo e atteggiamento violento contro
le donne, moralismo verso le donne che mostrano il loro corpo.
Alle Maldive c’è un grosso problema di droga, tipico delle comunità dove
circola denaro (creato appunto dal turismo), dove però non hai modo di
spenderlo. Qualcuno si droga per divertirsi, altri per contestare il sistema,
altri anche come status symbol.
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Diversità con altri luoghi
A Cuba, ai Caraibi, vi è invece piena libertà sessuale e una prostituzione
sotto mentite spoglia di gentilezza locale.
Giunge un messaggino dalle Isole Barbados (Caraibi): davanti alla crisi del
turismo politico alle Maldive, hanno invitato i turisti a una tranquilla
vacanza senza frustare le donne, anche portando la Bibbia, con sesso libero
anche al di fuori del matrimonio.
Ovviamente quello che noi vediamo nei Resort maldiviani non è diverso da
quello che vediamo in tutto il sistema turistico globale, infatti la
TEMATIZZAZIONE anche qui struttura l’esperienza turistica, proprio
perché serve a CULTURALIZZARE un’esperienza di consumo (quale il
turismo è). Questo è il solito modo rendere più interessante lo spazio per
vendere di più: dal souvenir, al pasto al ristorante, all’attrazione.
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La tematizzazione sulla cultura locale fa sì che questa non faccia paura,
proprio perché è tematizzata, cristallizzata sullo sguardo turistico.
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Come vediamo c’è una profonda tematizzazione sulla cultura locale.
Qui a fianco abbiamo
un bar con un Dhoni
che funge da
copertura.
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pensare di essere in uno spazio
estremo e selvaggio e non in uno
spazio seriale; quindi si
TEMATIZZA il Resort su
Robinson Crusoe (leggi Crùsue).
A ogni ospite viene regalata una
copia del romanzo.
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Non basta più la SPA, ma serve aggiungere qualcos’altro di sempre più
lussuoso, che differenzi le Maldive da un sistema turistico globale in cui
le SPA si trovano ormai dappertutto. Qui vediamo una SPA sott’acqua.
Discoteca subacquea
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