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Dal Barocco Al Rococò

Il documento analizza l'evoluzione architettonica di Torino tra Barocco e Rococò, evidenziando il contributo di architetti come Guarino Guarini e Filippo Juvarra. Viene descritto il progetto di piazze e edifici significativi, come la Chiesa di San Lorenzo e il Palazzo Carignano, che riflettono l'influenza della monarchia francese e l'innovazione stilistica del periodo. Infine, si sottolinea l'importanza del Rococò come espressione di grazia e decorazione rispetto al Barocco più monumentale.

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Dal Barocco Al Rococò

Il documento analizza l'evoluzione architettonica di Torino tra Barocco e Rococò, evidenziando il contributo di architetti come Guarino Guarini e Filippo Juvarra. Viene descritto il progetto di piazze e edifici significativi, come la Chiesa di San Lorenzo e il Palazzo Carignano, che riflettono l'influenza della monarchia francese e l'innovazione stilistica del periodo. Infine, si sottolinea l'importanza del Rococò come espressione di grazia e decorazione rispetto al Barocco più monumentale.

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Tra Barocco e Rococò

Il “caso Torino”
- Modello di queste piazze sono le
“places royales” (piazze reali) che
sorgono a Parigi: per i duchi di Sa-
voia la monarchia assoluta di Luigi
XIV è un modello di ispirazione;
Fase 2 Secondo Seicento

- Amedeo di Castellamonte (figlio di Carlo) realizza il Palazzo Ducale e pro-


getta l’ampliamento verso est, in direzione del Po;

- Progetta poi un’arteria non ortogonale, che taglia il reticolo delle altre vie
e collega Piazza Castello con il ponte sul Po: alla fine, la strada si apre con
una esedra, che rappresenta un “segno di apertura” verso la campagna
(tutta la zona era allora non urbanizzata);

- Anche in questa zona creata una piazza al centro del nuovo ampliamento,
in questo caso non porticata (Piazza Carlina);
Fase 3 Inizio Settecento

- Il terzo ampliamento è affidato nel 1715 da Vittorio Amedeo II all’archi-


tetto Filippo Juvarra, e si sviluppa verso ovest, anche in questo caso pro-
seguendo il tracciato ortogonale della città e inserendo due piazze (oggi
Piazza Savoia e Piazzetta dei Quartieri militari);

- Complessivamente la città in questo momento assume una forma a man-


dorla;
Guarino Guarini (1624-1683)

- Sacerdote dell’ordine dei Teatini, modenese,


studia a Roma dove vede da vicino le architet-
ture di Bernini e soprattutto di Borromini;

- Tornato a Modena, insegna filosofia e matema-


tica e mette a punto riflessioni su geometria e
architettura. Il suo ordine lo manda in giro per
l’Europa a realizzare chiese (Messina, Francia e
Spagna), quasi tutte andate perdute.

- Chiamato a Torino da Carlo Emanuele II, vi ri-


mane tra il 1666 e il 1681 ;
Guarino Guarini
Real chiesa di San Lorenzo
1668-1680

- Una delle prime imprese di Guarini a Torino,


chiesa unita al complesso di edifici che si con-
clude con il Palazzo Ducale, affacciata su Piazza
Castello senza una facciata (progettata da Gua-
rini ma mai realizzata per non “spezzare” la li-
nea della piazza);

- Preesisteva un edificio a croce greca, sul quale


erano intervenuti anche Vitozzi e Carlo di Ca-
stellamonte, ma Guarini riprogetta il tutto tra-
sformandolo in una pianta centrale;
- All’ingresso un atrio rettangolare poi un aula
ottagonale, con pareti curvilinee, e infine un
presbiterio ellittico;

- In particolare nell’aula la forma ottagonale è


ottenuta smussando i quattro angoli di un qua-
drato e realizzando quattro ulteriori cappelle,
che si aprono sull’aula con una serliana, sorret-
ta da due colonne (motivo che ritorna in tutto
l’edificio);

- Sopra le quattro cappelle angolari si innestano


i pennacchi che reggono la cupola, scandita da
sedici costoloni; sul presbiterio invece cupola
a pianta esagonale;
- https://www.360cities.net/it/image/royal-
church-of-san-lorenzo-turin-italy
Confronto con
Francesco Borromini
Cappella dei Magi
Palazzo di Propa-
ganda Fide, Roma
Particolare della
volta
- All’esterno visibili le otto
finestre ovali del tiburio
ottagonale, scandito da
lesene; altre otto alla ba-
se della lanterna, anche
questa ottagonale, scan-
dita da lesene e colonne, e
altre otto nella cupola
(questa estradossata) che
sormonta la lanterna;
Guarino Guarini
Cappella della Sindone
1667-1690

- Nel 1667 Guarini incaricato di in-


tervenire su lavori già iniziati (an-
che qui Vitozzi, Castellamonte e
anche Bernardino Quadri);

- Edificio prestigiosissimo, colloca-


to come punto di congiunzione
tra il Duomo di Torino e il Palazzo
Ducale, per conservare la Sacra
Sindone, che era proprietà della
famiglia Savoia;
- Guarini si trova a intervenire su uno
spazio circolare, in una posizione ri-
alzata rispetto al Duomo, cui si ac-
cede da due scalinate (un terzo in-
gresso mette in comunicazione con
il Palazzo);

- L’architetto modifica la struttura in-


terna trasformandola in una pianta
a nove lati, inserendo tre pennac-
chi sopra i tre ingressi (in corrispon-
denza dei quali si collocano tre e-
lementi convessi che entrano nel-lo
spazio centrale);
https://www.youtube.com/watch?v=ka6IN3Wya3A
https://www.youtube.com/watch?v=eX445iHKgBE
- Alto tamburo con sei grandi finestre ad
arco collegate da un’architravatura che
ricrea anche qui serliane;

- Segue la calotta costituita dalla sovrap-


posizione di sei trabeazioni esagonali
(sempre più piccole) su cui insistono
sei archi (con elemento di sostegno
centrale): ogni esagono ruotato in mo-
do che gli archi si innestino in corri-
spondenza del sostegno inferiore;

- Nel punto più alto una stella a dodici


punte, aperta al centro sulla figura di
una colomba;
- All’esterno la struttura
appare come una gra-
dinata traforata di fine-
stre, sormontata da
una lanterna circolare,
con dodici finestre ova-
li, a sua volta sormon-
tata da una copertura a
diversi piani esagonali,
che si va restringendo
e che termina con un
globo crucifero;
Guarino Guarini
Palazzo Carignano
Dal 1689

- Più importante edificio civile di


Guarini a Torino, commissiona-
to da Emanuele Filiberto di Ca-
rignano nel 1679 nel centro
della città: era un ramo secon-
dario che avrebbe poi ottenu-
to la corona ducale;

- Edificio caratterizzato dall’uso


del mattone, che consente al-
l’architetto grande libertà:
- Pianta del prospetto su Piazza Carignano (facciata principale): l’elemento cen-
trale è l’atrio ellittico, che dà il ritmo alla facciata, collegato ai bracci laterali
(con gli appartamenti privati) da due corridoi, sui quali si aprono le due scali-
nate ellittiche che seguendo la facciata portano al primo piano;
- Il primo progetto di Bernini per la facciata del Palazzo del Louvre (non realizza-
to), che Guarini probabilmente ha avuto l’occasione di vedere mentre si trova-
va a Parigi su incarico dell’ordine dei Teatini;
- Facciata articolata in due volumi squadrati ai lati, due spazi concavi e uno spa-
zio convesso al centro, con una grande nicchia centrale: andamento a sinusoi-
de che richiama la facciata di San Carlino di Borromini;

- Divisione orizzontale in due registri e verticale con una serie di lesene giganti;
- L’uso del mattone consente l’impiego di diversi elementi decorativi, come le
cornici delle finestre o le stelle a otto punte che ricorrono nelle lesene;
- L’atrio ellittico
emerge anche
nel cortile in-
terno, con un
elemento con-
vesso;

- In questo cor-
tile applicazio-
ne meno rigida
degli ordini ar-
chitettonici e
ricorso a sem-
plici lesene con
le stelle;
Filippo Juvarra (1678-1736)

- Messinese, formatosi inizialmente nella bot-


tega del padre orafo; si sposta a Roma per i
suoi studi teologici (è ordinato sacerdote) e
qui studia l’architettura sotto la guida dell’
architetto Carlo Fontana;

- Ritorna a Messina dove inizia a progettare


edifici e qui è notato da Vittorio Amedeo II
(per un breve periodo Re di Sicilia  Guer-
ra di Successione Spagnola) che lo porta a
Torino, dove ottiene la nomina a “primo ar-
chitetto di corte” e dove crea diversi proget-
ti in stile pienamente rococò;
Il concetto di Rococò

- Il termine deriva dal francese rocaille (letteralmente “pietraia, luogo sasso-


so”) e nasce per indicare – in chiave negativa – la tendenza a utilizzare, so-
prattutto nella decorazione di interni, diverse decorazioni plastiche e pitto-
riche, motivi fantastici e bizzarri con linee curve che trasmettono senso di
movimento;

- Grande importanza data alle arti decorative e in generale all’idea di grazia e


piacevolezza (in una accezione più “leggera” rispetto al Barocco, considera-
to sempre monumentale e solenne);

- Nasce in Francia nell’età di Luigi XIV e si diffonde rapidamente in tutta Euro-


pa, grazie anche alla mobilità di artisti e artigiani;
Filippo Juvarra
Basilica di Superga
1717-1731

- Voluta da Vittorio Amedeo II per


celebrare la vittoria sui Francesi
nella Guerra di Successione Spa-
gnola, in collina, ben visibile dal-
la città;

- Chiesa poi molto legata ai Savoia


perché al suo interno realizzata
cripta con monumenti di molti
personaggi della dinastia;
- Complesso di diversi edifici intor-
no a una chiesa a croce greca con
cappelle negli angoli, preceduta
da un grande pronao colonnato;

- Il presbiterio della chiesa “entra”


nel blocco della costruzione del
convento, articolato intorno a un
cortile quadrato porticato collo-
cato dietro la chiesa;

- Dall’edificio del convento sorgono


due campanili gemelli, ispirati ad
esempi romani, ma arretrati e se-
parati dalla chiesa vera e propria;
- Nel progetto Juvarra tenta una sin-
tesi tra l’architettura classica e la
tradizione del Rinascimento:

- Il pronao colonnato e la pianta cir-


colare della chiesa richiamano la
struttura del Pantheon;

- La copertura con il tamburo scan-


dito da coppie di colonne rimanda
alla cupola di San Pietro;

- I due campanili gemelli e la balau-


stra invece alla tradizione barocca
di Bernini e Borromini;
Confronto con
Francesco Borromini, Facciata di Sant’
Agnese in Agone, Roma
- All’incrocio dei bracci
una trabeazione con-
tinua trasforma uno
spazio ottagonale in
un cerchio, sul quale
si alza una cupola:

- Nel tamburo grandi fi-


nestre ad arco scandi-
te da colonne (quat-
tro incorniciate da al-
tre colonne e con tim-
pano spezzato);
- La calotta è scandita
da otto costoloni che
scendono dall’anello
centrale in corrispon-
denza delle colonne
del tamburo;

- Le vele presentano u-
na cassettonatura a e-
sagoni che ricorda la
cupola di Sant’Andrea
al Quirinale di Bernini;
Filippo Juvarra
Palazzo Madama
1718-1721
Torino

- Commissione dalla
seconda moglie del
duca Carlo Emanue-
le II (detta Madama
Reale, da cui il no-
me): era già in cor-
so il progetto di re-
strutturazione del
castello medievale
in residenza;
- Juvarra realizza soltanto il cosiddet-
to avancorpo: una costruzione di
semplice forma rettangolare, unita
al castello retrostante, di cui costi-
tuisce l’accesso monumentale, con
uno scalone che porta al piano no-
bile;
- Facciata in marmo chiaro (che
contrasta con la massa scura
del castello): al piano terra un
bugnato, al piano nobile due
ordini di aperture (grandi fine-
stre centinate sormontate da
più piccole rettangolari); so-
pra cornicione aggettante sor-
montato da una grande balau-
strata con vasi e statue;

- Scansione anche verticale da-


ta da paraste e controparaste:
nel piano nobile terminano
con capitelli compositi;
- Corpo centrale aggettante si distingue
per la presenza di quattro massicci pila-
stri al piano terra, intagliati con motivi
guerrieri, che inquadrano i tre accessi;

- Al piano nobile quattro colonne con ca-


pitelli composite scandiscono una gran-
de vetrata (strutturata a richiamare le
aperture degli scomparti laterali);

- Nello scomparto centrale della balau-


stra, sormontata qui da statue (model-
lo romano), inserito un elemento con-
cavo per variare leggermente il ritmo;
- Elemento più scenografico è
il grande scalone a doppia
rampa contrapposta;

- La struttura è realizzata nel


grande ambiente dell’avan-
corpo (senso di grande mo-
numentalità) ed è coperto da
un’unica grande volta a
botte:

- Numerose aperture che con-


sentono vista sulla città e la-
sciano entrare grande luce;
Filippo Juvarra
Palazzina di caccia
1729-1733
Stupinigi (Torino)

- Commissione di Vittorio
Amedeo II per avere un
palazzo in cui ospitare e
ricevere in occasione delle
battute di caccia nelle te-
nute di sua proprietà;

- Il risultato è un grande
complesso che si armoniz-
za con la campagna;
- Elemento partenza un corpo centra-
le con spazio ellittico dal quale par-
tono quattro bracci agli angoli (cro-
ce di Sant’Andrea): qui ricavati ap-
partamenti reali;

- Sul lato frontale due dei bracci pro-


seguono a creare ampio cortile ot-
tagonale che poi prosegue in uno
spazio quadrato e infine in un’ese-
dra;

- Dalla parte opposta un grande par-


co con aiuole e viali nel tipico gusto
francese;
- In corrispondenza del-
lo spazio centrale l’ar-
chitettura è più elabo-
rata, con una serie di
grandi aperture e solu-
zioni che ricordano Pa-
lazzo Madama;

- Copertura a falde con


soluzioni in stile fran-
cese dominata da sta-
tua di un cervo;

- All’interno lo spazio
più monumentale:
- Grande salone
a tutta altezza
decorato con
gusto piena-
mente rococò
con affreschi,
stucchi ed ele-
menti scolpiti;

- Spazio realizza-
to per feste e
balli nel pieno
stile delle corti
europee dell’e-
poca;
Giambattista Tiepolo
- Nasce a Venezia, dove esordisce negli anni
Venti del Settecento: si forma presso diver-
se botteghe, ma importante per lui la tradi-
zione veneziana del Cinquecento, in parti-
colare Veronese;

- Si afferma presto soprattutto come frescan-


te, nell’ambito della cosiddetta “grande de-
corazione”, che assume grande importanza
nell’ambito sia civile sia religioso.

- Lavora in tutta Europa come esempio di


artista itinerante, dal Veneto a Milano, alla
Germania fino a concludere la sua vita a
Madrid, alla corte di Carlo III di Borbone.
Il concetto di Rococò

- Il termine deriva dal francese rocaille (letteralmente “pietraia, luogo sasso-


so”) e nasce per indicare – in chiave negativa – la tendenza a utilizzare, so-
prattutto nella decorazione di interni, diverse decorazioni plastiche e pitto-
riche, motivi fantastici e bizzarri con linee curve che trasmettono senso di
movimento;

- Grande importanza data alle arti decorative e in generale all’idea di grazia e


piacevolezza (in una accezione più “leggera” rispetto al Barocco, considera-
to sempre monumentale e solenne);

- Nasce in Francia nell’età di Luigi XIV e si diffonde rapidamente in tutta Euro-


pa, grazie anche alla mobilità di artisti e artigiani;
Giambattista Tiepolo
Affreschi di Palazzo Labia
1746-1747
Venezia

- Salone delle feste del palazzo di una


delle famiglie più ricche della città;

- Ricorso all’uso del quadraturismo, cioè


la presenza di architetture dipinte che
ridisegnano lo spazio degli ambienti.
Esistevano specialisti di questo genere
che collaboravano con i pittori ‘di figu-
ra’: in questo caso il ferrarese Gerola-
mo Mengozzi Colonna;
In questa stanza l’architettura dipinta replica l’architettura reale
- Gli spazi lasciati vuoti tra gli elementi
architettonici dipinti, che si aprono su
uno sfondo di cielo sereno e caratteriz-
zato da grande luminosità, sono riem-
piti da figure mitologiche:

- Oltre le aperture centrali, idealmente


collocate nelle stanze vicine, due scene
raffiguranti Antonio e Cleopatra: il loro
incontro e una scena di banchetto;

- La scena è descritta con grande atten-


zione alla resa dei materiali e della ta-
vola imbandita, con i personaggi collo-
cati alle due estremità;
- Cleopatra sta per scioglie-
gliere una perla nel vino,
segno di sfarzo che richia-
ma la ricchezza dei Labia;

- Protagonista rappresenta-
ta come una dama dell’a-
ristocrazia veneziana del
Cinquecento;

- Interessante uso, tipico di


Tiepolo, di colori comple-
mentari che si esaltano a
vicenda e aumentano la
luminosità delle scene;
- Il quadraturista ha previsto due diversi
punti di fuga per l’architettura, distinti
tra la scalinata in primo piano e il resto
della composizione: questo esalta l’ef-
fetto dello scorcio “di sotto in su”;
- Anche la scena dell’Incontro tra An-
tonio e Cleopatra è costruita in ma-
niera analoga: la coppia è in primo
piano e incede come se stesse per
entrare nella stanza;

- Attorno a loro folla di personaggi e


servitori, in abiti cinquecenteschi e
orientali (solo Antonio è in abito
romano);

- Sullo sfondo passerella del porto,


con prua di una nave scolpita a sini-
stra e una grande vela bianca a de-
stra;
- Allegorie e figure mitologiche popolano gli altri spazi incorniciati dall’architet-
tura e le parti alte della stanza;
La decorazione di Palazzo Labia a Venezia
https://www.raiscuola.rai.it/storiadellarte/articoli/2023/09/Tiepolo-a-
Palazzo-Labia-nel-nome-di-Veronese-e-Palladio-87d2ef91-85e2-
4159-8a3b-87b123eeb80a.html

Esempio di pittura ad affresco a Milano: Palazzo Clerici


https://www.raiscuola.rai.it/storiadellarte/articoli/2023/07/Tiepolo-la-
Chiesa-dei-Gesuati-e-Palazzo-Clerici-cb904d0e-aafc-4bf6-b205-
4261c6146d96.html
«Residenza»
Progetto dell’architetto Johann Balthasar Neumann dal 1720
Decorazione pittorica di Tiepolo con il figlio Giandomenico dal 1752
Würzburg (Baviera)

- Palazzo del Principe-vescovo di Würzburg, realizzato sul modello delle grandi


regge europee in stile pienamente rococò;
- Tra gli ambienti decorati da Tiepolo la Sa-
la Imperiale (Kaisersaal): all’interno delle
cornici in stucco realizzate da Antonio
Giuseppe Bossi (che richiamano drappi e
tende tirate) sono raffigurati episodi sto-
rici nei quali emerge il ruolo del vescovo
di Würzburg;

- Uno di questi rappresenta il matrimonio


dell’imperatore Federico Barbarossa, ce-
lebrato dall’allora vescovo di Wurzburg:
la scena si svolge però all’interno di quel-
la che sembra una chiesa cinquecentesca
veneziana;
- Lo spazio più imponente però è il grande
scalone, 600 metri quadri, coperto da u-
na volta che Tiepolo decora insieme al fi-
glio. I soggetti sono l’Olimpo e i Quattro
Continenti;

- Decorazione concepita come uno spazio


unitario: un grande cielo, con figure che
volteggiano mentre gli elementi architet-
tonici e gran parte dei personaggi sono
concentrati lungo i bordi;

https://www.raiscuola.rai.it/storiadellarte/artic
oli/2023/08/Tiepolo-a-Wurzburg--31798aa9-
9624-4590-bb9b-fce80038fba0.html
- Sui lati sono poste le rappresentazioni dei
continenti, raffigurati da quattro donne (cfr.
dipinto di Rubens con Fiumi e i Continenti)
circondate da richiami allegorici;

- Al centro un cielo caratterizzato da accosta-


menti di colori pastello nel quale svolazzano
le divinità dell’Olimpo, con al centro Apollo
(dio delle arti);

- Come nel Trionfo di Sant’Ignazio c’è l’idea di


uno spazio aperto nel quale si svolge un’azio-
ne, ma in questo caso non troviamo partico-
lare spazio concesso all’architettura dipinta;
Confronto con
Andrea Pozzo
Trionfo di S. Ignazio
1691-1694
Roma, Sant’Ignazio

Impostazione simile,
ma in Tiepolo non un
unico punto di vista
privilegiato: spazio
pensato per essere
osservato da varie
angolazioni;
- Europa rappresentata
come una regina in
trono, circondata
dalle arti nel suo ruolo
di protettrice;
- In alto il ritratto del
vescovo di Wurzburg;

Tiepolo e il figlio
Gian Domenico
(pittura)


Lo stuccatore e
scultore Antonio
Bossi
L’architetto Neumann (era morto da pochi mesi: è rappresentato in abito
militare e seduto su affusto di cannone, come nei funerali)
Particolari di sculture e archi-
tetture, lapide con iscrizione
in lingua inventata e firma e
data 1753
America
Coccodrilli e popo-
lazioni “selvagge”
(teste mozzate in
primo piano e can-
nibali) con figura di
uomo (forse esplo-
ratore) che sta
spiando nascosto
Giambattista e Domenico Tiepolo
Gerolamo Mengozzi Colonna (quadrat.)
Decorazione di Villa Valmanara
1759
Vicenza

- Ambienti decorati con scene dalla mi-


tologia classica e dalla letteratura;

- Importante ruolo della quadratura:


qui collabora con Mengozzi Colonna
che aveva lavorato con lui a Palazzo
Labia: scena più importante quella
del Sacrificio di Ifigenia;
- Quattro grandi colonne dipinte delimitano lo spazio della scena, anche se al-
cuni elementi fuoriescono da questo spazio;
- Scena culminante
del sacrificio: ap-
parizione di una
cerbiatta che “so-
stituisce” Ifigenia
in modo che le na-
vi possano salpare
per Troia;

- La nuvola con l’ap-


parizione è posta
nello spazio dello
spettatore coin-
volgendolo;
- Gli sguardi di tutti i per-
sonaggi verso la nuvo-
la: solo Ifigenia fissa il
sacerdote Calcante e
Agamennone si copre il
volto disperato;

- Tonalità chiare e pastel-


lo nel cielo e nella nu-
vola, che in parte con-
trastano con alcune tin-
te più forti negli abiti
dei personaggi;
Il Vedutismo
- Dalla fine del Seicento ma soprattutto
nel Settecento si sviluppa un interesse
per le rappresentazioni di paesaggi e
vedute urbane, nella quali viene dato
particolare rilievo alla riproduzione e-
satta e scientifica della realtà (influen-
za della cultura illuminista che inizia a
diffondersi);

- Strumento utilizzato per questo scopo


è la camera ottica, che viene messo a
punto in maniera “definitiva” in que-
sto momento storico ma che era co-
nosciuto già nell’antichità:
- Metodo adatto soprattutto alle vedute urbane, per la resa prospettica delle
architetture. Solitamente i pittori realizzavano dal vivo, tracciandoli a matita
su singoli fogli di carta, gli studi delle vedute; spesso venivano presi appunti
sul colore o su alcuni aspetti particolari;

- I disegni venivano poi rielaborati (si doveva solitamente “unire” i diversi fo-
gli) e il disegno complessivo era riportato sulla superficie da dipingere: ov-
viamente questa operazione avveniva all’interno dello studio del pittore;

- Di fatto è la nascita di un nuovo soggetto, perchè fino a quel momento il


paesaggio costituiva soltanto uno sfondo per gli eventi: questo genere tro-
va grande fortuna presso i viaggiatori stranieri (fenomeno del Grand Tour
tipico del Settecento) che potevano portare a casa dei “ricordi” delle loca-
lità visitate;
Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto
(Venezia 1697-1768)

- Si forma nella bottega di scenografi e de-


coratori. In seguito importante soggiorno
romano in contatto con i pittori di vedute
che si dedicavano alle rovine antiche;

- A Venezia, dagli anni Venti, si specializza


nelle vedute urbane, basandosi sui dise-
gni realizzati con una piccola camera otti-
ca portatile: le opere incontrano grande
successo anche presso gli stranieri, al
punto che per un decennio lavora in In-
ghilterra;
Canaletto
Palazzo Foscari a Santa Sofia
Penna e inchiostro bruno su traccia di grafite
nera e rossa su carta avorio
1758
Trieste, Galleria Nazionale d’arte antica

- È un disegno ‘tardo’ ma interessante per-


ché mostra gli appunti sui colori della fac-
ciata: ‘coto’ (cotto), ‘coto bel chiaro’, ‘ce-
nerin’.
Canaletto, Campo Santi Giovanni e Paolo, ca 1735, Londra, Royal Collection
Canaletto, Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, 1728-1735,
Penna e inchiostro bruno su traccia di grafite nera e rossa su carta avorio
Venezia, Gallerie dell’Accademia (dal ‘Quaderno di disegni’)
- Negli schizzi non ci sono riferimenti alle figure umane: sono “elementi” quasi
ininfluenti, di pura fantasia, che il pittore inserisce soltanto nella realizzazione
pittorica per rappresentare la vita quotidiana e dare senso di profondità;

- Sono definite “macchiette” perché sono perlopiù realizzate con macchie di co-
lore steso a campiture uniformi;
«Quella sua certezza illuministica di verità assoluta, volta alla luce dorata, a
traversoni d’ombra, dei pomeriggi inutili in una Venezia che si sbriciola e si
screpola come le rughe» Roberto Longhi
«Tutto viene messo a fuoco con una lucidità impressionante e da questo qua-
dro si potrebbero ricavare una quantità di dettagli, tali da ricavare un intero vo-
lume, perché non c’è nessun elemento che sia trascurato o trattato come un
accessorio di fondo. Tutto è disposto con puntuale e scrupolosissima lucidità,
le distanze, i colori, lo stesso cielo» Federico Zeri
Canaletto
Canal Grande verso est
da Campo San Vio
1727 ca
Edimburgo, National
Gallery of Scotland

- Veduta della parte


“finale” del Canal
Grande verso S.
Marco;

- Punto di fuga a dx
con palazzi scorcia-
ti su questo lato;
- Attenzione quindi
concentrata sui pa-
lazzi della riva sx;

- Resa scrupolosa dei


dettagli, anche ten-
daggi, barche e fi-
gure umane;

- Almeno tre versioni


autografe: gli studi
sulle architetture e-
rano reimpiegati in
altri dipinti (visto il
successo);
Canaletto, Eton College, ca 1754, Londra, National Gallery
Canaletto
Westminster Abbey with a
procession of the Knights of
the Bath
1749
Londra, Westminster Abbey
Canaletto, Molo con la Libreria e la Chiesa della Salute, 1735ca, Milano, Castello Sforzesco
Francesco Guardi, Molo con la Libreria verso la Salute, 1770/1780, Venezia, Cà d’Oro
Francesco Guardi
(Venezia 1712-1793)

- Nato in una famiglia di pittori e cognato


di Tiepolo, realizza vedute, soprattutto di
Venezia, con un’intonazione diversa ri-
spetto a quelle di Canaletto;

- Meno ricorso alla camera ottica, propone


visioni più interpretate che non riportate
scientificamente;

- Un ruolo importante viene riservato quin-


di alla fantasia e alla personalità dell’arti-
sta chiamato a reinterpretare la realtà;
- Dipinti eseguiti a qualche decennio di
distanza: probabilmente Guardi cono-
sce il dipinto di Canaletto;

- Canaletto è più nitido e preciso: la Salu-


te sullo sfondo è ‘vicina’ e ben definita;

- In Guardi sembra di percepire l’effetto


atmosferico dello spazio che ci separa
dalla chiesa;

- Le macchiette sono rese con precisione


in Canaletto, mentre sono solo abboz-
zate con tocchi di colore in Guardi;
Francesco Guardi
Laguna vista da
Murano
1780-1790
Collezione privata

- Visione ‘insolita’
di Venezia, non
la zona più ricca
e monumentale
ma ambiente
quasi rustico con
personaggi del
ceto “popolare”;
- Taglio quasi fo-
tografico per la
presenza delle
ombre di edifici
non visibili sulla
sinistra;

- Attenzione al
dato atmosferi-
co che dà un
particolare tono
alla veduta;

- Intonazione
quotidiana;
- Le macchiette,
spt quelle a dx,
hanno un ruolo
nel quadro: sen-
za di loro forse
apparirebbe
vuoto, come un
fondale teatrale
senza attori;
Bernardo Bellotto
Veduta di Torino
dai Giardini Reali
1745 circa
Torino, Galleria
Sabauda

- Bellotto era ni-


pote di Cana-
letto: dallo zio
riprende la pit-
tura nitida e
precisa e le in-
tonazioni lumi-
nose;
- Taglio molto
particolare :
metà superio-
re del dipinto è
occupata dal
cielo e nella
metà inferiore
metà è città e
metà il campo
con le mac-
chiette;

- Operai che la-


vorano e la-
vandaie;
- Grande capa-
cità di andare
oltre la sem-
plice riprodu-
zione scienti-
fica e di rende-
re più ‘pitto-
reschi’ i pae-
saggi: incontra
moltissimo il
gusto, soprat-
tutto dei viag-
giatori stranie-
ri in Italia;
Bernardo Bellotto
Veduta di Vienna
dal Belvedere
1758/1761
Vienna, Kunsthi-
storisches Mus…

- Il successo lo
porta a lavora-
re per diverse
corti europee:
Dresda, Vien-
na, Monaco,
San Pietrobur-
go, Varsavia;
- Vedute di
Vienna com-
missionate da
Maria Teresa
d’Asburgo;

- Analisi basata
sulla camera
ottica, ma in
realtà applica-
te delle “licen-
ze poetiche”:
intento quindi
non solo docu-
mentario;
Bernardo Bellotto
Varsavia. Chiesa di
Santa Croce
1768-1780
Varsavia, Museo del
Castello Reale

- È una delle 57 ve-


dute della città di-
pinte dal pittore
durante il suo
soggiorno:
https://www.didat
ticarte.it/Blog/?p=
22174

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