La poverta femminile. la disoccupazione delle donne. il pay gender gap

La poverta femminile. la disoccupazione delle donne. il pay gender gap

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  La povertà femminile ChiaraDi Legge CamillaTaormina Federica Valleriani Alessandra 2018/19 LICEO JAMES JOYCE 2° SD
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  In Italia 1donna su 4 è sottoccupata. A rivelarlo è il nuovo rapporto pubblicato da Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale. 1 In Europa una donna dovrebbe lavorare 59 giorni in più per arrivare ad avere lo stesso stipendio di un uomo.
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  Ancora oggi ledonne sono pagate meno degli uomini, sono più esposte a lavori precari o occupano ruoli che non tengono conto delle loro reali qualifiche di studio o capacità professionali. Meno della metà della popolazione femminile italiana è occupata e tra queste il 25% lavora in ruoli al di sotto delle proprie potenzialità. 2
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  Circa 3 lavoratricisu 4, inoltre, sono “vittime” del part-time involontario. Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia, afferma che bassi salari, lavori precari, difficoltà della conciliazione vita-lavoro, sono tra le principali ragioni per cui le donne vivono una situazione di povertà lavorativa che sta aumentando in Europa. 3
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  E tra leprime colpite da questa discriminazione, secondo la Bacciotti, sono le “donne migranti”, le giovani e le famiglie monoparentali. I lavori domestici sono ancora prerogativa del sesso femminile (81%) rispetto a quello maschile (20%) e il 97% delle donne contro il 72% degli uomini si prende cura dei propri figli. https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/04/parita-di-genere-oxfam-in-italia-1-donna-su-4-e- sottoccupata-la-testimonianza-ai-colloqui-mi-chiedono-se-voglio-figli/4668813/ Un indicatore monitorato nel Global Gender Gap Index, realizzato dal World Economic Forum nel 2017 ha portato l’Italia al 118esimo posto su 142 Paesi per il tasso di partecipazione economica delle donne. 4
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  Il CILAP EAPNItalia, sezione italiana dell’European Anti Poverty Network ha di recente pubblicato un rapporto di ricerca interamente dedicato alle donne in povertà in Italia e in Spagna. 5
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  Per analizzare ladisuguaglianza il rapporto ricorre all’indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’European Institute for Gender Equality (EIGE).L’indice è sviluppato in quattro domini e consente di comparare Italia, Spagna e UE. Il dominio del lavoro (UE 69,Spagna 61,3 e Italia 60,6) Il dominio del denaro (UE 68,8; Spagna 60,7 e Italia 68,2) Il dominio del tempo (UE 38,8; Spagna 33,8 e Italia 33) Il dominio della conoscenza (UE 48,9; Spagna 53,5 e Italia 32,1) 6
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  Se un pensionatopercepisce in media 14.728 euro all’anno, una pensionata ne riceve 8.964. Inoltre, quasi il 50% delle donne lascia il lavoro alla nascita del primo figlio e solo il 18% dei bambini fino a tre anni frequenta un nido d’infanzia pubblico. 7
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  Le donne italianesono inattive nel 46,1% dei casi, gli uomini nel 26,7%. Il tasso di disoccupazione delle giovani donne è pari al 41,4% e supera di 2,4 punti percentuali quello degli uomini. Il divario salariale si aggira invece intorno al 28%. Le interviste realizzate in Italia le interviste evidenziano che il possesso di una laurea o di un master non offre garanzie rispetto alla possibilità di avere un lavoro ben pagato. Inoltre la maggior parte delle intervistate ritiene che il proprio posto di lavoro sia a rischio. 8
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  In sostanza, ledonne devono vedersela con un generale aumento dei prezzi, la riduzione del reddito disponibile, la mancanza di servizi sociali e la disoccupazione loro e/o di altri familiari. In questo quadro, le donne sono costrette a dedicare più tempo al lavoro non retribuito e a trascurare la cura di se stesse. https://www.secondowelfare.it/primo-welfare/inclusione-sociale/poverta-femminile- il-rapporto-cilap-eapn.html 9
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  Se si consideranogli stipendi medi annui, le differenze tra uomini e donne in Italia sono ancora altissime: mancano presenze femminili al top e i lavori sono molto più discontinui. Per questo il 3 novembre si chiama "equal pay day", per far capire chiaramente come sia lunga la strada per una parità di trattamento salariale tra donne e uomini. 10
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  Il gender gapfornisce un quadro che mostra l'ampiezza e la portata del divario di genere in tutto il mondo. Il JP Salary Outlook aggiornato al primo semestre 2018 mostra un andamento retributivo allineato molto simile tra uomini e donne, con retribuzioni in entrambi i casi sugli stessi livelli di fine 2017. L’unica differenza rilevante riguarda le retribuzioni medie dei Dirigenti di sesso maschile.
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  Stando ai datiOcse le donne sono in generale più brave negli studi universitari, ma le discipline con maggior occupabilità e retribuzioni più alte sono per gli studenti di sesso maschile. Un’indagine di Badenoch & Clark mostra che per una donna in posizione executive in una società quotata arriva a percepire 276.156 euro di compenso medio fisso,mentre per un uomo la somma supera i 470 mila euro. Più si sale nella scala gerarchica più si riduce la percentuale di donne. https://www.repubblica.it/economia/miojob/lavoro/2018/11/03/news/e qual_pay_day-210598517/ 12
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  In Europa ledonne sono pagate meno degli uomini, (meno 16% per essere esatti), sono più esposte a lavori precari, rimangono occupate in ruoli che non tengono conto delle loro reali qualifiche di studio o capacità professionali. E sulle loro spalle grava anche il lavoro domestico. Oxfam ha fatto però due conti per concludere che ragazze e signore dovrebbero lavorare 59 giorni in più ogni anno per pareggiare lo stipendio dei colleghi maschi. Un gap che non risparmia l'Italia. Anzi siamo maglia nera se ci confrontiamo con Spagna, Francia e Gran Bretagna.
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  Nel 2017, èscritto nel Rapporto Oxfam, ogni 100 donne lavoratrici, 10 erano a rischio povertà. Tante, forse troppe, anche se è un rischio che ormai non è più solo questione femminile. Poche nel confronto con altri Paesi, il tasso più basso in Europa, tanto che da tempo gli economisti, dati alla mano, sostengono che il Pil italiano (ma non solo), salirebbe se tutte le donne fossero occupate. 14
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  Sei donne sudieci non sono retribuite quanto meritano. Da un nuovo Rapporto di Oxfam bassi salari, lavori precari, difficoltà della conciliazione vita-lavoro, sono tra le principali ragioni per cui le donne vivono una situazione di povertà lavorativa che sta aumentando in Europa. 15
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  Nel 2017 soloil 48,9% delle donne tra i 15 e i 64 anni aveva un'occupazione, uno dei tassi più bassi dell'Europa a 28. Tra le più colpite, le madri nella fascia di età 25-34. E per finire in Italia 3 donne su 4 sono "vittime" di part-time involontario 69,5%" https://www.repubblica.it/economia/miojob/2018/10/06/news/dieci_donne_italia ne_su_cento_sono_a_rischio_poverta_-208169584/
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  Grazie per l’attenzione!