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LE POLITICHE DI COESIONE: PRINCIPI DI FONDO 
E QUESTIONI PIÙ DIBATTUTE 
1 
Paola Casavola 
Unità di valutazione degli investimenti pubblici 
Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica 
Conoscere le politiche di coesione per lo sviluppo dei territori 
Seminario SSAI – Roma, 1-5 luglio 2013
Contenuti 
• La politica di Coesione nazionale e comunitaria 
• La politica di Coesione UE 
– Collocazione all’interno delle politiche di integrazione UE 
– motivazioni e contenuti 
– ruolo nel bilancio UE 
– cosa può fare 
• Il ciclo di programmazione e elementi chiave ddeellll’’iinntteerrvveennttoo 
dei fondi strutturali 
– decisioni a livello UE e nazionale 
– il programma place based 
– Il partenariato 
– Il monitoraggio e la valutazione 
• Questioni dibattute 
2
La politica di coesione 
• La politica per la coesione territoriale ha lo scopo di incrementare 
le opportunità di sviluppo (crescita e inclusione sociale) dei cittadini, 
indipendentemente dal luogo in cui vivono. 
• Tale obiettivo viene perseguito promuovendo occasioni di 
avanzamento economico e quantità e qualità dei servizi pubblici 
considerando le specifiche esigenze e le caratteristiche dei diversi 
territori, in particolare i territori e le comunità meno sviluppate. 
• La politica di coesione territoriale trae fondamento ee lleeggiittttiimmaazziioonnee 
dalla Costituzione italiana (art. 119, quinto comma, e art. 3, secondo 
comma) e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (art. 
174), che richiedono “interventi speciali” per promuovere uno 
“sviluppo armonico” (Trattato) e per “rimuovere gli squilibri 
economici e sociali” (Costituzione). 
• L’Unione europea mette a disposizione circa un terzo del proprio 
bilancio (Fondi Strutturali), mentre gli “interventi speciali” in favore di 
determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni previsti 
dalla Costituzione italiana sono affidati a un Fondo 3 
di Sviluppo e 
Coesione.
Cosa si fa in pratica 
Le politiche di coesione finanziano programmi e 
(alla fine sempre) singoli progetti (semplici o 
articolati) con lo scopo di «cambiare qualcosa 
in meglio sul territorio»: 
• Ottenere più competenze, capacità 
• Migliorare l’ambiente produttivo iinn ccuuii ssii 
muovono le imprese 
• Migliorare il contesto in cui vivono le persone 
• Sostenere specifici progetti privati e pubblici che 
creano opportunità di lavoro e reddito 
Agendo soprattutto laddove le politiche 
ordinarie non arrivano o non possono o non 
riescono ad arrivare. 4
Perché… abbiamo bisogno di politiche di coesione? 
Sia il Trattato UE che la Costituzione italiana 
presentano interessanti elementi di 
realismo. 
Le dinamiche naturali e il mercato tendono a 
differenziare molto llee ooppppoorrttuunniittàà ee aa 
provocare esclusione e a lasciare 
comunità/territori indietro. 
Succede comunque e succede 
indipendentemente dalle volontà degli 
individui … c’è una responsabilità collettiva 
a porvi rimedio (parziale). 5
L’integrazione europea 
• L’Unione europea è stata posta in essere allo scopo di 
mettere fine alle guerre frequenti e sanguinose tra paesi 
vicini, culminate nella seconda guerra mondiale 
• L’idea dell’integrazione europea è nata per far sì che non si 
verificassero mai più simili massacri e distruzioni 
• Anche se oggi un po’ appannata, l’idea di fondo è che 
l’integrazione (stare insieme) apporti benefici derivanti dal 
riconoscersi e aiutarsi in uno spazio comune - economico, 
sociale e politico - e che tali benefici facciano scomparire le 
tentazioni di prevaricazione 
• Ma i benefici dipendono da quanto effettivamente lo spazio 
comune viene costruito come spazio utile per tutti 
6
La Coesione nel Trattato di Lisbona 
(in vigore dal dicembre 2009) 
TITLE XVIII 
ECONOMIC, SOCIAL AND TERRITORIAL COHESION 
Article 174 TFEU 
(ex Article 158 TEC) 
In order to promote its overall harmonious 
development, the Union shall develop and pursue its 
actions leading to the strengthening of its economic, 
social and territorial cohesion. 
In particular, the Union shall aim at reducing disparities 
between the levels of development of the various 
regions and the backwardness of the least favoured 
regions. 
7
Uno spazio internamente diverso e non 
egualmente capace di rispondere alle sfide 
della globalizzazione 
• Se l’UE rimane nel suo insieme un posto 
dove c’è abbastanza ricchezza e 
benessere ….Molto forti permangono le 
ddiissppaarriittàà ttrraa tteerrrriittoorrii 
• Continua a esserci molto bisogno di 
migliore coesione e di promozione della 
competitività dei singoli territori nella 
complessa stagione della globalizzazione 
• Le politiche strutturali UE hanno la 
missione di “aiutare” in questa di8rezione
La politica di Coesione UE 
• Ambizioni: 
– contribuire ad attenuare (NON risolvere da sola) gli squilibri di sviluppo 
interni all’Unione 
– contribuire a rafforzare la posizione competitiva di tutti i territori, 
soprattutto di quelli più arretrati, rispetto alle nuove sfide della 
globalizzazione (trovare ciascuno il proprio modello di sviluppo) 
– contribuire a diffondere un modo di pensare e di fare comune (un 
approccio europeo). 
• Strumenti 
– Risorse finanziarie- assegnate ai territori 
– Indirizzi di merito (cosa fare)- documenti di orientamento a livello UE 
– Regole di conduzione (come fare) – Regolamenti su come programmare 
le risorse e con chi discuterne, come attuare gli interventi, come 
supervisionare la realizzazione, come gestire i finanziamenti, come 
valutare gli esiti 
9 
• Modello 
– Programmazione di medio termine delle azioni strutturali (cicli di 
programmazione) 
– Gestione decentrata (gli Stati Membri- non la Commissione – disegnano 
e attuano gli interventi e devono coinvolgere gli “stakeholders”, la 
Commissione approva le decisioni di massima, coopera e controlla)
Evoluzione 
• 1975 : Fondo europeo di sviluppo regionale (progetti 
scelti dagli Stati Membri) 
• 1988: Prima riforma. Programmi veri e propri (ciclo 
1989-1993). Comincia la politica di coesione vera e 
propria. Obiettivi prioritari e geografici. Più ruolo per 
partners regionali e locali. 
• Ciclo 1994-1999: rafforzamento (Fondo di coesione). 
Più esplicito coinvolgimento di livelli di governo 
territoriale. 
• Ciclo 2000-2006. Introduzione regola n+2. 
Allargamento. Forte differenziazione strategica 
interna alla politica. 
• Ciclo 2007-2013. Approccio strategico comune, per 
recuperare unitarietà. Concentrazione finanziaria 
sulla Convergenza, ma anche contaminazione tra 
politica di coesione e altre politiche, con ispirazione 
diversa (di competitività di sistema e più settoriali), 
un nuovo obiettivo che copre TUTTE le 10 
regioni 
europee non in Convergenza.
2007 - 2013 
3 obiettivi 
(CONV- CRO-COOP) 
coprono l’intero 
territorio UE 
Ancora aumento 
11 
del budget: circa 
Euro 50 mld p.a. 
( 36% del budget 
UE) 
Sviluppo rurale e 
Pesca in una 
diversa politica 
europea
Come funziona in pratica un ciclo di 
programmazione 
a) a livello UE Definizione, prima dell’avvio del ciclo, di: 
i. Distribuzione risorse agli Stati Membri e alle regioni obiettivo 
ii. Dimensione risorse per la Coesione e distribuzione per grandi obiettivi 
all’interno del budget UE pluriennale 
iii. Regolamenti dei Fondi strutturali 
b) a livello nazionale e/o regionale Programmi pluriennali : 
dimensione finanziaria singoli programmi – preparazione 
contenuto – negoziazione con la CE – 
attuazione/sorveglianza /valutazione – chiusura 
12 
c) Durata e tempi 
i. Periodo del ciclo + 2 anni. Per es. il ciclo 2000-2006 in attuazione 
fino al 2008 (poi in risposta alla crisi prorogato a metà 2009). 
ii. I cicli di programmazione, pertanto, di fatto si sovrappongono Per es. 
il ciclo 2007-2013 si è avviato, a fine 2007 ... mentre era ancora in 
attuazione il ciclo precedente (2000-2006). La chiusura formale dei 
programmi può essere molto lunga e protrarsi per alcuni programmi 
molto nel tempo. 
iii. E quindi si sovrappongono in alcuni periodi anche fase attuativa di 
un ciclo a livello nazionale e discussione sull’impostazione di un 
nuovo ciclo a livello UE
Definizione dell’entità delle risorse UE per 
la Coesione e allocazioni agli Stati/Regioni 
• Avviene insieme alla definizione del bilancio UE che 
è pluriennale (ciclo e budget coincidono nei tempi) 
• Fase cruciale in cui (sia oggi, sia nell’ultimo ciclo) si 
discute non solo delle risorse, ma anche dell’utilità 
della Politica di Coesione e dei suoi scopi 
• Gli attori chiave sono largamente gli Stati membri 
(grosso ruolo giocato dai net contributors to the 
budget) 
• Si negozia anche sulle regole di attribuzione e si 
definiscono, insieme, risorse totali e allocazioni a 
Stati e regioni obiettivo 
13
Regolamenti 
• Ogni ciclo ha i suoi Regolamenti di riferimento che sono 
discussi/negoziati in dettaglio dagli Stati membri 
preliminarmente alla loro adozione 
• Nei Regolamenti (generali, specifici per fondo, di 
attuazione) sono definite tutte le regole valide per ciascun 
ciclo (in modo molto minuzioso, ma piuttosto trasparente) 
• La CE diffonde manualistica utile a capire i Regolamenti e 
le modifiche tra un ciclo e l’altro 
14 
• Nel corso del ciclo possono avvenire: 
– Modifiche formali (che di solito sono poche) 
– Accordi di interpretazione (gestiti soprattutto dagli uffici della CE) 
Conoscere il contenuto di questa documentazione è 
importante (è faticoso – bisogna studiare un po’ – ma 
è meno complicato di quanto si racconti … è 
certamente più facile capire come funziona il 
procedimento comunitario, perché è largamente 
messo per scritto tutto insieme, di molte procedure 
nazionali …)
Elementi caratterizzanti del 
modello di programmazione 
comunitaria 
• Programmazione di medio termine 
– per obiettivi motivati, espliciti, specifici e temporalmente 
definiti sul medio periodo (sei –nove anni) 
– da realizzare attraverso azioni da individuare con 
chiarezza e da portare a termine in tempi prestabiliti 
• Attenzione ai luoghi reali (una politica place-based) 
• Partenariato 
• Sorveglianza e Monitoraggio 
• Valutazione 
• Addizionalità finanziaria (e strategica) 
15
Programmi e progetti adatti ai territori 
(place based) 
• Le politiche generali muovono da principi primi 
… e si perdono molti dettagli cruciali 
• Le politiche territoriali per definizione li devono 
tenere in conto 
• Quindi devono fare quello «cchhee sseerrvvee llìì»:: 
– Rafforzare gli obiettivi ordinari 
– Complementarli 
– Tentare innovazione 
• Fare quello che nessun altro fa, lì. Molta 
conoscenza di dettaglio, visione specifica, 
coinvolgimento 16
Partenariato 
• E’ l’aspetto più potenzialmente vitale del 
modello comunitario. 
• Ha oggi due interpretazioni: 
– Governance multilivello (partenariato tra livelli 
di governo): non si può davvero intervenire in 
un luogo all’insaputa di chi in quel luogo ha 
responsabilità amministrative 
– Ascolto, collaborazione e co-decisione con le 
rappresentanze degli interessi economici e 
sociali che il programma va a toccare. Le 
organizzazioni degli interessi economici, 
sociali e della società civile hanno un ruolo 
formale. 
17
Sorveglianza e Monitoraggio 
• Un programma, anche se ben fatto, non è una 
macchina che può viaggiare senza autista 
• Ha bisogno di osservazione e riflessione 
costante (sia per controllare che non vada fuori 
percorso, sia per trovare qualche rotta migliore) 
• Ma osservazione e discussione tra i partner non 
devono essere “solo un rito costoso” e ci “deve 
essere materia” 
– Sapere cosa accade al programma ha bisogno di 
strumenti di osservazione fini, completi e usati con 
consapevolezza 
– Se non si rispettano le procedure di monitoraggio si 
perde rapidamente il filo di quello che 18 
accade e, 
anche volendo, non si può essere trasparenti
Sorveglianza 
• I regolamenti dei fondi strutturali prevedono che il 
programma sia seguito con attenzione dalle varie parti in 
causa 
• E’ previsto un Comitato di sorveglianza- CdS (cui 
partecipa anche la Commissione e i partners economici 
e sociali e che approva gli atti importanti ed è chiamato a 
riflettere sull’attuazione) 
• Sta ... però a chi è responsabile del programma (l’Adg) 
massimizzare l’utilità di questo strumento. 
• Ed è anche una responsabilità dei partners prepararsi 
bene per garantire una partecipazione efficace 
• ATTENZIONE: è cmq un metodo interno, il pubblico non 
ha sempre tutte le informazioni, solo il CdS ha questi 
diritti 
19
Sistemi di monitoraggio 
• Cosa sta realizzando il programma ? 
• Quanti progetti sono operativi ? 
• Quanti sono conclusi? 
• In che ambiti ? In quali luoghi ? 
• Chi ha vinto i bandi ? 
• Chi beneficia dei progetti ? 
• Quanto costano i singoli progetti ? 
• Quali progetti sono più avanti e quali più indietro 
? 
• Dove stanno andando davvero le risorse del 
bilancio UE? 
• Cosa è successo l’anno scorso ? 
I programmi finanziano centinaia di progetti, i 
programmi più grandi migliaia, i programmi 
ancora più grandi decine di migliaia. 
20
Valutazione 
• I buoni programmi hanno bisogno di 
buona teoria dell’azione (che non si 
impara solo dai libri) 
• Bisogna andare a guardare cosa succede 
a causa del programma (accumulare 
giudizi su cosa funziona basati sulla 
ricerca) 
• Valutare serve a dare conto, ma 
soprattutto ad apprendere. Qs politiche 
sono difficili, e correttamente prevedono 
21 
strumenti di apprendimento.
Cosa funziona, perché, per chi ? 
• Valutare significa capire cosa il 
programma ha davvero realizzato in 
termini di esiti finali: non come sono stati 
spesi i soldi, ma che effetto hanno avuto. 
• Sembra una banalità, ma ... 
– Sappiamo pochissimo degli esiti di molte 
politiche finanziate dai bilanci nazionali 
– Cioè sappiamo poco di cosa ha/non ha 
funzionato, perché ha/non ha funzionato, per 
chi ha/non ha funzionato. 
22
Addizionalità 
• Il principio di addizionalità stabilisce che, per 
assicurare un reale impatto economico, gli 
stanziamenti dei Fondi Strutturali non 
possono sostituirsi alle spese pubbliche 
assimilabili dello Stato membro. 
• E’ un principio cruciale, soprattutto per le aree 
arretrate (che per definizione beneficiano dei 
Fondi per avere una “spinta in più”) dove vale una 
disciplina apparentemente più stringente , ma non 
semplice da tradurre in termini operativi e 
statistici. 
• Inoltre, al di là dei valori finanziari totali, le 
pratiche operative possono “disfarlo” (anche a 
causa di altre regole esistenti; il tema per l’Italia è 
molto rilevante specialmente in riferimento 
all’intervento nel Mezzogiorno ...) 
23
Attualmente 
• In corso di approvazione a livello UE: 
– Quadro finanziario: Bilancio UE 2014-2020 
– Nuovi Regolamenti per la politica di coesione 2014- 
2020 ( cui contenuti principali sono però ormai quasi 
del tutto definiti) 
• A livello nazionale, su queste bbaassii,, èè ccoommuunnqquuee 
cominciata la fase preparatoria 
– Documento di avvio: Metodi e obiettivi per i Fondi 
strutturali 2014-2020 (27 dicembre 2013) 
– In corso incontri di discussione interna e con la 
Commissione europea sui contenuti della strategia 
che sarà finanziata con i nuovi Fondi 
24
Questioni 
• Hanno funzionato? Non hanno 
funzionato? Perché? 
• Il mandato: qual è? 
• Concentrazione: cosa vuol dire? 
• Strategia: quale? 
• Metodo operativo: cosa vuol dire 
innovare? 
• Chi fa cosa? centro vs territori? 
25
Grazie per l’attenzione 
www.ooppeennccooeessiioonnee..ggoovv..iitt 
opencoesione@dps.gov.it

Le politiche di coesione: principi di fondo e questioni più dibattute

  • 1.
    www.opencoesione.gov.it LE POLITICHEDI COESIONE: PRINCIPI DI FONDO E QUESTIONI PIÙ DIBATTUTE 1 Paola Casavola Unità di valutazione degli investimenti pubblici Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica Conoscere le politiche di coesione per lo sviluppo dei territori Seminario SSAI – Roma, 1-5 luglio 2013
  • 2.
    Contenuti • Lapolitica di Coesione nazionale e comunitaria • La politica di Coesione UE – Collocazione all’interno delle politiche di integrazione UE – motivazioni e contenuti – ruolo nel bilancio UE – cosa può fare • Il ciclo di programmazione e elementi chiave ddeellll’’iinntteerrvveennttoo dei fondi strutturali – decisioni a livello UE e nazionale – il programma place based – Il partenariato – Il monitoraggio e la valutazione • Questioni dibattute 2
  • 3.
    La politica dicoesione • La politica per la coesione territoriale ha lo scopo di incrementare le opportunità di sviluppo (crescita e inclusione sociale) dei cittadini, indipendentemente dal luogo in cui vivono. • Tale obiettivo viene perseguito promuovendo occasioni di avanzamento economico e quantità e qualità dei servizi pubblici considerando le specifiche esigenze e le caratteristiche dei diversi territori, in particolare i territori e le comunità meno sviluppate. • La politica di coesione territoriale trae fondamento ee lleeggiittttiimmaazziioonnee dalla Costituzione italiana (art. 119, quinto comma, e art. 3, secondo comma) e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (art. 174), che richiedono “interventi speciali” per promuovere uno “sviluppo armonico” (Trattato) e per “rimuovere gli squilibri economici e sociali” (Costituzione). • L’Unione europea mette a disposizione circa un terzo del proprio bilancio (Fondi Strutturali), mentre gli “interventi speciali” in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni previsti dalla Costituzione italiana sono affidati a un Fondo 3 di Sviluppo e Coesione.
  • 4.
    Cosa si fain pratica Le politiche di coesione finanziano programmi e (alla fine sempre) singoli progetti (semplici o articolati) con lo scopo di «cambiare qualcosa in meglio sul territorio»: • Ottenere più competenze, capacità • Migliorare l’ambiente produttivo iinn ccuuii ssii muovono le imprese • Migliorare il contesto in cui vivono le persone • Sostenere specifici progetti privati e pubblici che creano opportunità di lavoro e reddito Agendo soprattutto laddove le politiche ordinarie non arrivano o non possono o non riescono ad arrivare. 4
  • 5.
    Perché… abbiamo bisognodi politiche di coesione? Sia il Trattato UE che la Costituzione italiana presentano interessanti elementi di realismo. Le dinamiche naturali e il mercato tendono a differenziare molto llee ooppppoorrttuunniittàà ee aa provocare esclusione e a lasciare comunità/territori indietro. Succede comunque e succede indipendentemente dalle volontà degli individui … c’è una responsabilità collettiva a porvi rimedio (parziale). 5
  • 6.
    L’integrazione europea •L’Unione europea è stata posta in essere allo scopo di mettere fine alle guerre frequenti e sanguinose tra paesi vicini, culminate nella seconda guerra mondiale • L’idea dell’integrazione europea è nata per far sì che non si verificassero mai più simili massacri e distruzioni • Anche se oggi un po’ appannata, l’idea di fondo è che l’integrazione (stare insieme) apporti benefici derivanti dal riconoscersi e aiutarsi in uno spazio comune - economico, sociale e politico - e che tali benefici facciano scomparire le tentazioni di prevaricazione • Ma i benefici dipendono da quanto effettivamente lo spazio comune viene costruito come spazio utile per tutti 6
  • 7.
    La Coesione nelTrattato di Lisbona (in vigore dal dicembre 2009) TITLE XVIII ECONOMIC, SOCIAL AND TERRITORIAL COHESION Article 174 TFEU (ex Article 158 TEC) In order to promote its overall harmonious development, the Union shall develop and pursue its actions leading to the strengthening of its economic, social and territorial cohesion. In particular, the Union shall aim at reducing disparities between the levels of development of the various regions and the backwardness of the least favoured regions. 7
  • 8.
    Uno spazio internamentediverso e non egualmente capace di rispondere alle sfide della globalizzazione • Se l’UE rimane nel suo insieme un posto dove c’è abbastanza ricchezza e benessere ….Molto forti permangono le ddiissppaarriittàà ttrraa tteerrrriittoorrii • Continua a esserci molto bisogno di migliore coesione e di promozione della competitività dei singoli territori nella complessa stagione della globalizzazione • Le politiche strutturali UE hanno la missione di “aiutare” in questa di8rezione
  • 9.
    La politica diCoesione UE • Ambizioni: – contribuire ad attenuare (NON risolvere da sola) gli squilibri di sviluppo interni all’Unione – contribuire a rafforzare la posizione competitiva di tutti i territori, soprattutto di quelli più arretrati, rispetto alle nuove sfide della globalizzazione (trovare ciascuno il proprio modello di sviluppo) – contribuire a diffondere un modo di pensare e di fare comune (un approccio europeo). • Strumenti – Risorse finanziarie- assegnate ai territori – Indirizzi di merito (cosa fare)- documenti di orientamento a livello UE – Regole di conduzione (come fare) – Regolamenti su come programmare le risorse e con chi discuterne, come attuare gli interventi, come supervisionare la realizzazione, come gestire i finanziamenti, come valutare gli esiti 9 • Modello – Programmazione di medio termine delle azioni strutturali (cicli di programmazione) – Gestione decentrata (gli Stati Membri- non la Commissione – disegnano e attuano gli interventi e devono coinvolgere gli “stakeholders”, la Commissione approva le decisioni di massima, coopera e controlla)
  • 10.
    Evoluzione • 1975: Fondo europeo di sviluppo regionale (progetti scelti dagli Stati Membri) • 1988: Prima riforma. Programmi veri e propri (ciclo 1989-1993). Comincia la politica di coesione vera e propria. Obiettivi prioritari e geografici. Più ruolo per partners regionali e locali. • Ciclo 1994-1999: rafforzamento (Fondo di coesione). Più esplicito coinvolgimento di livelli di governo territoriale. • Ciclo 2000-2006. Introduzione regola n+2. Allargamento. Forte differenziazione strategica interna alla politica. • Ciclo 2007-2013. Approccio strategico comune, per recuperare unitarietà. Concentrazione finanziaria sulla Convergenza, ma anche contaminazione tra politica di coesione e altre politiche, con ispirazione diversa (di competitività di sistema e più settoriali), un nuovo obiettivo che copre TUTTE le 10 regioni europee non in Convergenza.
  • 11.
    2007 - 2013 3 obiettivi (CONV- CRO-COOP) coprono l’intero territorio UE Ancora aumento 11 del budget: circa Euro 50 mld p.a. ( 36% del budget UE) Sviluppo rurale e Pesca in una diversa politica europea
  • 12.
    Come funziona inpratica un ciclo di programmazione a) a livello UE Definizione, prima dell’avvio del ciclo, di: i. Distribuzione risorse agli Stati Membri e alle regioni obiettivo ii. Dimensione risorse per la Coesione e distribuzione per grandi obiettivi all’interno del budget UE pluriennale iii. Regolamenti dei Fondi strutturali b) a livello nazionale e/o regionale Programmi pluriennali : dimensione finanziaria singoli programmi – preparazione contenuto – negoziazione con la CE – attuazione/sorveglianza /valutazione – chiusura 12 c) Durata e tempi i. Periodo del ciclo + 2 anni. Per es. il ciclo 2000-2006 in attuazione fino al 2008 (poi in risposta alla crisi prorogato a metà 2009). ii. I cicli di programmazione, pertanto, di fatto si sovrappongono Per es. il ciclo 2007-2013 si è avviato, a fine 2007 ... mentre era ancora in attuazione il ciclo precedente (2000-2006). La chiusura formale dei programmi può essere molto lunga e protrarsi per alcuni programmi molto nel tempo. iii. E quindi si sovrappongono in alcuni periodi anche fase attuativa di un ciclo a livello nazionale e discussione sull’impostazione di un nuovo ciclo a livello UE
  • 13.
    Definizione dell’entità dellerisorse UE per la Coesione e allocazioni agli Stati/Regioni • Avviene insieme alla definizione del bilancio UE che è pluriennale (ciclo e budget coincidono nei tempi) • Fase cruciale in cui (sia oggi, sia nell’ultimo ciclo) si discute non solo delle risorse, ma anche dell’utilità della Politica di Coesione e dei suoi scopi • Gli attori chiave sono largamente gli Stati membri (grosso ruolo giocato dai net contributors to the budget) • Si negozia anche sulle regole di attribuzione e si definiscono, insieme, risorse totali e allocazioni a Stati e regioni obiettivo 13
  • 14.
    Regolamenti • Ogniciclo ha i suoi Regolamenti di riferimento che sono discussi/negoziati in dettaglio dagli Stati membri preliminarmente alla loro adozione • Nei Regolamenti (generali, specifici per fondo, di attuazione) sono definite tutte le regole valide per ciascun ciclo (in modo molto minuzioso, ma piuttosto trasparente) • La CE diffonde manualistica utile a capire i Regolamenti e le modifiche tra un ciclo e l’altro 14 • Nel corso del ciclo possono avvenire: – Modifiche formali (che di solito sono poche) – Accordi di interpretazione (gestiti soprattutto dagli uffici della CE) Conoscere il contenuto di questa documentazione è importante (è faticoso – bisogna studiare un po’ – ma è meno complicato di quanto si racconti … è certamente più facile capire come funziona il procedimento comunitario, perché è largamente messo per scritto tutto insieme, di molte procedure nazionali …)
  • 15.
    Elementi caratterizzanti del modello di programmazione comunitaria • Programmazione di medio termine – per obiettivi motivati, espliciti, specifici e temporalmente definiti sul medio periodo (sei –nove anni) – da realizzare attraverso azioni da individuare con chiarezza e da portare a termine in tempi prestabiliti • Attenzione ai luoghi reali (una politica place-based) • Partenariato • Sorveglianza e Monitoraggio • Valutazione • Addizionalità finanziaria (e strategica) 15
  • 16.
    Programmi e progettiadatti ai territori (place based) • Le politiche generali muovono da principi primi … e si perdono molti dettagli cruciali • Le politiche territoriali per definizione li devono tenere in conto • Quindi devono fare quello «cchhee sseerrvvee llìì»:: – Rafforzare gli obiettivi ordinari – Complementarli – Tentare innovazione • Fare quello che nessun altro fa, lì. Molta conoscenza di dettaglio, visione specifica, coinvolgimento 16
  • 17.
    Partenariato • E’l’aspetto più potenzialmente vitale del modello comunitario. • Ha oggi due interpretazioni: – Governance multilivello (partenariato tra livelli di governo): non si può davvero intervenire in un luogo all’insaputa di chi in quel luogo ha responsabilità amministrative – Ascolto, collaborazione e co-decisione con le rappresentanze degli interessi economici e sociali che il programma va a toccare. Le organizzazioni degli interessi economici, sociali e della società civile hanno un ruolo formale. 17
  • 18.
    Sorveglianza e Monitoraggio • Un programma, anche se ben fatto, non è una macchina che può viaggiare senza autista • Ha bisogno di osservazione e riflessione costante (sia per controllare che non vada fuori percorso, sia per trovare qualche rotta migliore) • Ma osservazione e discussione tra i partner non devono essere “solo un rito costoso” e ci “deve essere materia” – Sapere cosa accade al programma ha bisogno di strumenti di osservazione fini, completi e usati con consapevolezza – Se non si rispettano le procedure di monitoraggio si perde rapidamente il filo di quello che 18 accade e, anche volendo, non si può essere trasparenti
  • 19.
    Sorveglianza • Iregolamenti dei fondi strutturali prevedono che il programma sia seguito con attenzione dalle varie parti in causa • E’ previsto un Comitato di sorveglianza- CdS (cui partecipa anche la Commissione e i partners economici e sociali e che approva gli atti importanti ed è chiamato a riflettere sull’attuazione) • Sta ... però a chi è responsabile del programma (l’Adg) massimizzare l’utilità di questo strumento. • Ed è anche una responsabilità dei partners prepararsi bene per garantire una partecipazione efficace • ATTENZIONE: è cmq un metodo interno, il pubblico non ha sempre tutte le informazioni, solo il CdS ha questi diritti 19
  • 20.
    Sistemi di monitoraggio • Cosa sta realizzando il programma ? • Quanti progetti sono operativi ? • Quanti sono conclusi? • In che ambiti ? In quali luoghi ? • Chi ha vinto i bandi ? • Chi beneficia dei progetti ? • Quanto costano i singoli progetti ? • Quali progetti sono più avanti e quali più indietro ? • Dove stanno andando davvero le risorse del bilancio UE? • Cosa è successo l’anno scorso ? I programmi finanziano centinaia di progetti, i programmi più grandi migliaia, i programmi ancora più grandi decine di migliaia. 20
  • 21.
    Valutazione • Ibuoni programmi hanno bisogno di buona teoria dell’azione (che non si impara solo dai libri) • Bisogna andare a guardare cosa succede a causa del programma (accumulare giudizi su cosa funziona basati sulla ricerca) • Valutare serve a dare conto, ma soprattutto ad apprendere. Qs politiche sono difficili, e correttamente prevedono 21 strumenti di apprendimento.
  • 22.
    Cosa funziona, perché,per chi ? • Valutare significa capire cosa il programma ha davvero realizzato in termini di esiti finali: non come sono stati spesi i soldi, ma che effetto hanno avuto. • Sembra una banalità, ma ... – Sappiamo pochissimo degli esiti di molte politiche finanziate dai bilanci nazionali – Cioè sappiamo poco di cosa ha/non ha funzionato, perché ha/non ha funzionato, per chi ha/non ha funzionato. 22
  • 23.
    Addizionalità • Ilprincipio di addizionalità stabilisce che, per assicurare un reale impatto economico, gli stanziamenti dei Fondi Strutturali non possono sostituirsi alle spese pubbliche assimilabili dello Stato membro. • E’ un principio cruciale, soprattutto per le aree arretrate (che per definizione beneficiano dei Fondi per avere una “spinta in più”) dove vale una disciplina apparentemente più stringente , ma non semplice da tradurre in termini operativi e statistici. • Inoltre, al di là dei valori finanziari totali, le pratiche operative possono “disfarlo” (anche a causa di altre regole esistenti; il tema per l’Italia è molto rilevante specialmente in riferimento all’intervento nel Mezzogiorno ...) 23
  • 24.
    Attualmente • Incorso di approvazione a livello UE: – Quadro finanziario: Bilancio UE 2014-2020 – Nuovi Regolamenti per la politica di coesione 2014- 2020 ( cui contenuti principali sono però ormai quasi del tutto definiti) • A livello nazionale, su queste bbaassii,, èè ccoommuunnqquuee cominciata la fase preparatoria – Documento di avvio: Metodi e obiettivi per i Fondi strutturali 2014-2020 (27 dicembre 2013) – In corso incontri di discussione interna e con la Commissione europea sui contenuti della strategia che sarà finanziata con i nuovi Fondi 24
  • 25.
    Questioni • Hannofunzionato? Non hanno funzionato? Perché? • Il mandato: qual è? • Concentrazione: cosa vuol dire? • Strategia: quale? • Metodo operativo: cosa vuol dire innovare? • Chi fa cosa? centro vs territori? 25
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    Grazie per l’attenzione www.ooppeennccooeessiioonnee..ggoovv..iitt [email protected]